Lo Zeiss Distagon 21mm f/ 2.8 è decisamente il miglior grandangolo per Canon che abbia mai provato. Il prezzo è senza dubbio molto alto per un obiettivo manuale, quasi anacronistico. E’ conveniente oggi valutare l’acquisto delle ottiche Zeiss quando con una spesa minore Canon offre obiettivi con motore di messa a fuoco ultrasonico e stabilizzatore d’immagine da 4 stop? Dopo aver riflettuto attentamente, letto recensioni e scaricato immagini a piena risoluzione dal web, ho deciso di acquistarlo. Ero alla ricerca di un obiettivo grandangolare per la Canon 5D3 che offrisse alta qualità uniforme su tutta l’immagine. Dopo la delusione del Sigma 10-20mm f/ 3.5 non ero più disposto a scendere a compromessi, soprattutto in previsione del prossimo viaggio fotografico in Bretagna e Normandia dove avrei dedicato la maggior parte del tempo ai paesaggi.
Lo Zeiss Distagon 21mm è costruito interamente in metallo e vetro, senza l’utilizzo di plastiche o altri tipi di policarbonato, con una precisione meccanica e una qualità incredibile. Il barilotto è completamente liscio grazie all’assenza di bottoni e interruttori, ad esclusione dalla ghiera zigrinata della messa a fuoco. Anche il paraluce smontabile è in metallo foderato nella parte interna di stoffa. Il suo accoppiamento con il corpo dell’obiettivo è rapido e sicuro, non come i consueti modelli di plastica cui siamo abituati. Montandolo bisogna prestare attenzione poiché l’errato allineamento del paraluce causa un’evidente vignettatura in fase di scatto.
Il grandangolo della Zeiss con baionetta ZE per Canon combacia perfettamente una volta montato sulla reflex e non c’è nessun tipo di gioco. Purtroppo tutta questa qualità costruttiva si paga in termini di peso: l’accoppiata 5D mark III e Distagon 21mm con i suoi 1.800 grammi è piuttosto pesante, anche se rimane comunque ben bilanciata e maneggevole nell’utilizzo a mano libera.
Il complesso schema ottico dello Zeiss è formato da 16 lenti raccolte in tre gruppi con trattamento antiriflesso t* (t-star), ancora oggi considerato uno dei più efficaci. Il diaframma è a nove lamelle ed è assente il motore di messa a fuoco. Proprio la mancanza di automatismi della messa a fuoco è motivo di forti dubbi da parte di molti, chiedendosi se valga ancora la pena investire in un obiettivo manual focus.
Io l’ho fatto e non me ne pento: la messa a fuoco manuale è piuttosto facile da gestire. Sono abituato a realizzare da sempre gli scatti di macro fotografia senza automatismi e ho ritrovato nella ghiera di messa a fuoco dello Zeiss un ottimo feeling: sono rimasto sbalordito dalla fluidità e precisione della ghiera zigrinata, smorzata nel movimento al punto giusto, nulla a che vedere con qualsiasi obiettivo Canon o di terze parti provato finora. La scala delle distanze incisa sul barilotto è molto accurata e l’infinito corrisponde esattamente al simbolo ∞.
Lo Zeiss Distagon 21mm può comunque contare sulla conferma di MAF nel mirino della fotocamera, piuttosto precisa anche se consiglio di non fare totale affidamento su di essa. Mettere a fuoco manualmente con la focale di 21mm è semplice e veloce anche senza vetrino smerigliato, difficilmente sostituibile sulla Canon 5D mark III al contrario dei modelli precedenti.
L’aberrazione cromatica è molto ben controllata ma leggermente più forte negli angoli sul formato full frame. Il micro contrasto e la risoluzione sono elevatissimi anche a tutta apertura, mantenendo una buona leggibilità nelle ombre. Partendo da f/ 2.8 il centro del fotogramma è estremamente dettagliato e gli angoli risultano abbastanza nitidi per essere un obiettivo grandangolare.
Lo Zeiss rende il massimo nei diaframmi compresi fra f/8 e f/11 dopodiché la diffrazione aumenta in modo molto gradualmente, rimanendo comunque sempre bassa e accettabile. Come tutti i grandangoli, il Distagon 21mm presenta una forte distorsione prospettica collocando linee rette ai bordi estremi del fotogramma, ma il difetto peggiore è l’antipatica distorsione a baffo di non facile correzione che non lo rende certamente l’obiettivo più adatto per la fotografia d’architettura. Gli obiettivi decentrabili in questo settore godono ancora di una supremazia indiscussa grazie al contenimento delle distorsioni unito all’eccellente resa delle immagini.
Lo Zeiss Distagon 21mm soffre di una forte vignettatura ai diaframmi più aperti, che scompare del tutto chiudendo il diaframma a f/11 e comunque sempre facilmente eliminabile con programmi come Ligthroom, Photoshop o Aperture. Lo sfocato è morbido e tridimensionale e i passaggi tonali sono molto delicati. La minima distanza di messa a fuoco di 22 centimetri dal piano del sensore con rapporto d’ingrandimento 1,5X permette di sfruttare la lunghezza focale del Distagon per ottenere prospettive drammatiche e close-up ambientati.
Quello che mi ha più deluso dello Zeiss è il brutto riflesso che crea nei controluce più estremi a causa della lente frontale di grandi dimensioni: includendo il sole all’interno del fotogramma il grandangolo proietta l’immagine fantasma del diaframma. Il più delle volte il difetto è talmente evidente (è molto difficile rimuoverlo in post produzione) da rendere totalmente inutilizzabile l’immagine ed è un vero peccato perché l’effetto stella del sole è reso molto bene dal Distagon.
Col diametro da 82 mm è consigliabile prendere un anello di raccordo wide per montare l’holder dei filtri a lastrina. Io uso un set di filtri graduati Lee molto utili nella fotografia di paesaggio per compensare la differenza di luminosità all’interno della scena, insieme ad un ND da 10 stop della Hitech per allungare i tempi d’esposizione e creare l’effetto mosso. Durante la messa a fuoco l’obiettivo non si estende e l’elemento frontale non ruota, caratteristica che rende ancora più semplice e immediato l’utilizzo dei filtri e del polarizzatore.
Lo scorso anno sono andato in Baviera per testare la nuova attrezzatura: la full frame Canon 5D mark III con il versatile zoom Canon 24-105 Lis e lo Zeiss Distagon 21mm. Mi piace molto andare in giro per mercatini di Natale e curiosare fra le colorate bancarelle in legno. Questa volta sono andato a Bad Tölz, la rinomata stazione termale bavarese.
Una bella e facile passeggiata parte dall’ingresso sulla Marktstraße di Bad Tölz e arriva al monte Calvario fino alla Heilig-Kreuz-Kirche. Prima di entrare nella chiesa ho sostituito il Canon 24-105mm con lo Zeiss Distagon 21mm e alzo gli ISO della 5D mark III.
Visitare i mercatini di Natale a Vipiteno in tarda serata è stata una buona occasione per provare la messa a fuoco manuale dello Zeiss Distagon 21mm in condizioni di scarsa luce. Non ho avuto nessun tipo di difficoltà nel mettere a fuoco i soggetti anche con diaframma tutto aperto, la visione attraverso il pentaprisma della full frame Canon è chiara e nitida grazie al mirino con copertura 100%.
Lo Zeiss Distagon 21mm f/ 2.8 è un ottimo obiettivo grandangolare che si distingue grazie alla sua incredibile resa, omogenea in tutto il fotogramma, e la mancanza di curvatura di campo. Secondo me la focale 21mm è ideale per la fotografia di paesaggio, la prospettiva è ampia e naturale per enfatizzare il primo piano mantenendo uno sfocato plastico e leggibile. Non ha la comodità del wide zoom, ma preferisco muovermi per cambiare inquadratura piuttosto che avere dei bordi scadenti nell’immagine. Da affiancare all’altrettanto bellissimo Zeiss Distagon 15mm f/2.8.
Pro
- Elevata nitidezza e micro contrasto anche negli angoli estremi.
- Ottima qualità costruttiva grazie all’utilizzo del metallo.
- Aberrazione cromatica piuttosto contenuta e facilmente eliminabile.
- Possibilità di montare filtri con l’elemento frontale che non gira e non si estende, è un grosso vantaggio per la fotografia di paesaggio.
- Ghiera della messa a fuoco fluida e precisa.
Contro
- Brutto riflesso nei controluce estremi e distorsione a baffo difficilmente correggibile sono i difetti più evidenti del Distagon 21mm.
- Tappo copri obiettivo è piuttosto fragile.
- Peso e ingombro notevoli rispetto agli equivalenti Canon, quasi 800 grammi compreso paraluce e tappi.
- Non è tropicalizzato, ma resiste bene alla pioggia leggera.
aggiornamento
Alla fine ho venduto lo Zeiss Distagon 21mm f/ 2.8 perché, da quando ho comprato la Sony A7II con lo zoom Sony Zeiss FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*, non l’ho più usato. Sinceramente, pur essendo uno dei migliori obiettivi grandangolari in circolazione, non riuscivo più a sopportare quello sgradevole riflesso che proietta l’immagine fantasma del diaframma all’interno dell’immagine.
sbalorditivo con la R
Ciao JOHNNY, purtroppo non ho avuto il piacere di provarlo sulla mirrorless Canon.
A presto.
Alessio
Magnifico ….