Urbex, scopriamo i segreti dell’esplorazione urbana.
La fotografia urbex, o esplorazione urbana, è diventata molto popolare negli ultimi anni. Il mix di avventura, esplorazione e adrenalina attira sempre più persone, diventando la moda del momento nel campo fotografico. L’urbex consiste nell’esplorare e fotografare luoghi o relitti abbandonati dall’uomo, solitamente introducendosi senza permesso in aree interdette. Grazie a questo genere fotografico particolare molti luoghi abbandonati possono tornare nuovamente in vita.
La vera essenza dell’urbex è la pura e semplice esplorazione. La prima regola da rispettare è quella di lasciare tutto inalterato e soprattutto non portare mai via nulla dai luoghi abbandonati. Non bisogna mai lasciare tracce del proprio passaggio. O almeno così dovrebbe essere. Purtroppo a distanza di mesi, alle volte anche di pochi giorni, oggetti caratteristici di un particolare luogo spariscono nel nulla. Mi viene in mente il furto dell’attestato appeso al muro della villa del cavaliere o una statua raffigurante la morte sparita da un’altra villa e riapparsa poi in discutibili video su YouTube. Non parliamo poi delle persone che creano veri e propri set fotografici senza poi rimettere a posto quanto spostato. Spero che questa piccola guida possa essere utile a chi si avvicina per la prima volta all’esplorazione urbana.
Esplorazione urbana, come iniziare
Ci sono diversi modi di vivere l’esplorazione urbana e tanti livelli di difficoltà in questa disciplina. I principianti dovrebbero iniziare esplorando i luoghi più conosciuti e con un accesso semplice, magari iniziando da quelli nei dintorni della propria città. All’inizio sembrerà tutto molto difficile e pericoloso ma il coraggio crescerà proporzionalmente con l’aumentare della propria esperienza. E’ utile affidarsi ai consigli di qualche esploratore più esperto e magari partecipare a qualche uscita di gruppo. E’ facile trovare compagni d’avventura grazie ai social network come Facebook e Instagram o attraverso gruppi Telegram e Whatsapp.
Esistono migliaia di luoghi abbandonati sparsi per il mondo ma non tutti sono semplici da esplorare. Quelli più gettonati dagli esploratori urbani sono: manicomi e ospedali, ville e castelli, vecchie fabbriche e impianti industriali. Per iniziare consiglio ai neofiti dell’urbex di documentarsi su siti storici, villaggi abbandonati o locali come discoteche, alberghi e ristoranti di cui non si sente parlare da un bel po’ di tempo.
Per alcune persone l’urbex è solo adrenalina e divertimento, altri sono spinti dalla passione di documentare e indagare lo stato di abbandono. C’è poi chi pratica urbex solo per la fotografia sperando di catturare immagini spettacolari e ottenere più consensi possibili a colpi di like sui vari social network. Ogni posto che visitiamo, dal più semplice dei ruderi alla villa sontuosa, nasconde dei particolari degni di essere fotografati. Sta a noi e alla nostra creatività saperli cercare e valorizzare. Bisogna sempre eseguire una ricerca accurata e scrupolosa.
Fin da ragazzino mi divertivo esplorando luoghi abbandonati. Ovviamente la passione per la fotografia doveva ancora arrivare. Ricordo ancora la mia prima vera esplorazione come se fosse ieri. Ho perlustrato tutto l’intero complesso dell’ex convento domenicano del XIII secolo, compresi i sotterranei. Ora la struttura è completamente restaurata e ospita la sede dei Musei di San Domenico a Forlì. Non perdevo poi occasione per infilarmi in qualche rudere scoperto durante le passeggiate in campagna, sperando di fare chissà quale clamorosa scoperta.
Con l’arrivo della fotografia mi sono reso conto che praticando urbex è possibile ottenere immagini emozionanti. Una delle più belle esplorazioni urbane che abbia fatto è stata quella del manicomio di Colorno. Grazie alla sua atmosfera cupa e ripensando a quello che una volta succedeva dentro a quelle mura, l’esplorazione mi ha molto ispirato. Un’avventura che spero di fare il prima possibile è visitare la città fantasma di Pripyat, colpita dal terribile incidente nucleare di Cernobyl.
Non è tutto oro quello che luccica
Quando ho iniziato a informarmi su questo particolare genere fotografico, non avrei mai pensato di infilarmi in un ginepraio simile. Ho scoperto che le coordinate dei luoghi particolarmente interessanti sono una rara merce di scambio. Solo una cerchia ristretta di persone possiede la mappa del tesoro, tenuta al sicuro col pretesto della preservazione dei luoghi abbandonati. Le coordinate poi sono occasionalmente passate ad amici di amici e così si sparge la voce su un luogo di particolare valore che diventa la moda del momento e viene letteralmente preso d’assalto. Trovo poi particolarmente interessante il fatto che gli stranieri abbiano le coordinate di luoghi sensibili e vengano regolarmente in pellegrinaggio in Italia, tornando a casa con foto di posti meravigliosi. Chissà quali oscuri scambi sono stati fatti in nome di fantastiche location estere. C’è poi da considerare anche il lato economico, quello delle coordinate vendute in una sorta di mercato nero.
Mettere le coordinate in chiaro secondo me non è un gran danno. I veri ladri, quelli alla ricerca di oggetti di valore e del rame, conoscono i posti abbandonati sicuramente meglio di noi. I vandali sono per lo più ragazzini del posto annoiati che devastano i luoghi senza un motivo preciso. Di solito gli esploratori urbani arrivano dopo e alcuni purtroppo rubano dei “souvenir”. Solo in pochi casi si ha la fortuna di trovare un luogo completamente preservato. La maggior parte dei luoghi abbandonati è già stata violata da ladri, vandali e graffitari. I veri esploratori urbani devono sempre portare rispetto verso il valore ormai simbolico dei posti che esplorano anche se sono abbandonati da decenni, preservandone la memoria.
Nella mia inesperienza iniziale pensavo che, chi praticasse un hobby di nicchia come l’esplorazione urbana, appartenesse a una comunità unita e coesa. Sotterfugi, bugie e litigi sono invece all’ordine del giorno. Come nella peggiore telenovela brasiliana spuntano personaggi alquanto bizzarri che narrano di storie su qualche fantomatico guardiano fantasma, allarmi inesistenti e altre diavolerie per scoraggiare le persone a entrare in determinate location. Il massimo del ridicolo trovo sia stato raggiunto quando ho scoperto che alcune persone mettono di proposito lucchetti e catene per impedire l’accesso agli altri esploratori urbani. Cosa non si fa per avere l’esclusiva su alcune immagini e un po’ di notorietà sul web!
Praticare urbex è legale?
Ovviamente la risposta alla domanda è no. Praticando urbex, entriamo in luoghi dove l’ingresso è vietato e violiamo la proprietà privata. Il tutto poi si complica se ci infiltriamo clandestinamente all’interno di edifici militari o amministrativi. Mi vengono in mente quelle fantastiche immagini del Programma Buran scattate nella base militare in Kazakistan. Nella maggioranza dei casi è difficile, per non dire impossibile, ottenere le autorizzazioni necessarie da parte dei proprietari. Spesso è più semplice cercare di accordarsi col guardiano di turno. Insomma per dirla in parole povere l’urbex è una pratica illegale punita dalla legge. Esistono però aree abbandonate totalmente isolate che a nessuno importerà nulla se vi si accede per scattare qualche foto. In questo caso possiamo esplorare la zona in tutta tranquillità.
Recinti e cartelli di divieto non scoraggiano di certo chiunque intenda esplorare, ma forzare porte o finestre e spaccare serrature non sono sicuramente comportamenti corretti. Arrecare danni alle strutture visitate dona una connotazione negativa a questo divertente hobby. Io entro solo se trovo un varco già aperto, diversamente lascio perdere e vado via. Se veniamo scoperti all’interno di un’area privata possiamo aspettarci anche una denuncia. L’atto però è perseguito solo su richiesta, non parte in automatico.
Non è mai una buona idea scappare davanti alle forze dell’ordine, un guardiano autorizzato piuttosto che dei vicini troppo curiosi. E’ bene intavolare un discorso educato, mostrando la macchina fotografica e spiegando sinceramente il motivo della nostra visita. A fronte di un’eventuale perquisizione è importante non avere addosso o dentro lo zaino attrezzi da scasso e oggetti riconducibili al luogo visitato. Un’eventuale richiesta di cancellazione immediata delle immagini scattate è una pratica non del tutto legale, ma spesso può aiutare a dimostrare la nostra buona fede. Per fortuna le moderne macchine fotografiche sono dotate tutte di doppio slot per le schede di memoria. A buon intenditore poche parole.
Solitamente alla fine si risolve tutto con una sonora tirata d’orecchie. Bisogna prestare particolare attenzione però ad alcune location perché i vicini, stufi del continuo via vai di persone, hanno la denuncia facile e fanno la guardia chiamando subito le forze dell’ordine. Ricordiamoci che, anche se un posto è abbandonato da decenni, può comunque essere controllato dalle forze dell’ordine o dalla vigilanza privata, come per esempio l’istituto di anatomia a Berlino.
L’esplorazione urbana e le visite guidate
Come detto all’inizio dell’articolo, la pratica urbex è così vasta che in alcuni casi può includere anche particolari visite guidate in posti normalmente inaccessibili e, per una volta tanto, senza violare la legge. Occasionalmente sono organizzati tour da diversi enti, come ad esempio le giornate FAI, che permettono alle persone di entrare legalmente in luoghi da tempo abbandonati. Non ho problemi a considerare urbex questo tipo di visite guidate perché per me esplorazione urbana significa anche conoscere e imparare la storia di edifici ormai in disuso.
La pianificazione è importante
La prima fase è quella della pianificazione. Preparare l’uscita con estrema cura è essenziale per riuscire in questo genere fotografico. Google maps e Google Street View sono due ottimi strumenti per avere un’ampia visuale della zona da esplorare. Molto spesso dall’immagine satellitare si riescono a trovare edifici isolati e con il tetto rovinato, particolari che solitamente sono sinonimo di abbandono. Grazie alla condivisione sempre più veloce delle immagini attraverso il web possiamo farci un’idea abbastanza precisa su cosa ci attende. I forum di soft air sono un buon posto dove trovare informazioni. Su Facebook è nato un gruppo che mette in chiaro le coordinate, offre ottimi spunti e all’interno dei post ci sono molte indicazioni sulla sicurezza dei luoghi da visitare. Un altro modo di documentarsi è chiedere informazione ai vicini o passanti e alle associazioni Onlus della zona. Inoltre controllare gli articoli sui quotidiani di zona può rivelare qualche inaspettata sorpresa.
Parcheggiare la macchina lontano e non in bella vista è una regola basilare da seguire. Prima di procedere con l’esplorazione, è meglio dare un’occhiata in giro per cercare entrate alternative rispetto a quella individuata in precedenza e ascoltare se ci sono voci di vicini o abusivi all’interno della struttura. Anche se abbiamo recuperato informazioni dettagliate sul punto di accesso, una volta arrivati sul posto i frutti delle nostre ricerche possono comunque essere imprecisi o obsoleti. La cosa più importante di tutte è quella di mantenere sempre e comunque un profilo basso facendo meno rumore possibile. Bisogna essere decisi e veloci e non tergiversare davanti all’entrata di una villa o una fabbrica dismessa. Un atteggiamento indeciso e titubante attira molta più attenzione.
Dopo aver individuato il luogo giusto occorrono diversi sopralluoghi per capire se il posto sia sicuro o meno, sorvegliato o pericolante. Bisogna cercare attentamente eventuali entrate, buchi nella recinzione e cancelli aperti. Grazie alla grande diffusione dei droni possiamo avere una visuale dall’alto per controllare lo stato dei tetti, catturando anche splendide immagini da un punto di vista insolito.
Solitamente prima organizzare un viaggio in Italia o all’estero mi documento su eventuali edifici abbandonati da esplorare. Per esempio durante un viaggio a Berlino ho visitato il Teufelberg, ex base militare della NSA, ora tempio della street art. In Francia ho esplorato il famoso sito industriale di Lustucru alle porte di Arles.
La sicurezza prima di tutto
Prima di partire per la nostra eccitante esplorazione urbana consiglio d’informare sempre una persona di nostra fiducia sulle destinazioni e su quando prevediamo di tornare. Solitamente preferisco uscire con un gruppo ristretto di persone ma purtroppo mi capita anche di praticare esplorazione urbana in solitaria. In quel caso sono molto cauto e cerco di fare tutto con più calma. La fretta e l’agitazione portano a facili sviste e aumentano le probabilità di incappare in incidenti. Luoghi con sostanze tossiche o con amianto sono assolutamente da evitare se non siamo attrezzati adeguatamente.
Negli edifici abbandonati o pericolanti può succedere qualsiasi imprevisto, dai pavimenti o tetti che possono cedere all’improvviso, agli incontri inaspettati. La maggior parte degli inquilini che vivono dentro gli edifici abbandonati sono senzatetto. Di solito non creano problemi se gli spieghiamo che siamo interessati solo a fotografare l’edificio e non siamo lì per loro. Tuttavia capita di incontrare anche persone più aggressive. Quando incontriamo qualcuno, è essenziale mantenere la calma e valutare velocemente se è il caso di continuare l’esplorazione. La stessa cosa vale se incontriamo animali o cani selvatici. Non è da sottovalutare poi il rischio di perdersi nei sotterranei di un grande edificio. I pavimenti dei piani superiori possono crollare, così come le scale. E’ meglio camminare a ridosso delle pareti che sono le zone più resistenti rispetto al centro dei pavimenti. Se non siamo sicuri che un piano regga è meglio non rischiare e interrompere l’esplorazione. Per esempio la struttura della chiesa di San Petrignone situata nelle colline di Forlì, è evidentemente troppo compromessa per esplorare il primo piano.
Attrezzatura per l’esplorazione urbana. Che cosa portare?
Durante un’esplorazione può servire di tutto ma riempire lo zaino di attrezzatura inutile può essere controproducente. Dobbiamo cercare di capire quali sono le cose essenziali che ci possono realmente servire durante le nostre uscite urbex. La preparazione dell’equipaggiamento è una fase molto importante. Uno zaino pesante e ingombrante sarà difficile da gestire nei passaggi stretti o nei cunicoli. La nostra attrezzatura dev’essere la più completa possibile ma tale da mantenerci comunque agili.
Il vestiario adatto per l’esplorazione urbana
Uno zaino robusto e idrorepellente è la scelta migliore per portare la nostra attrezzatura. Io uso lo zaino F-Stop Gear Loka da 37 litri che mi accompagna in giro per il mondo da diversi anni. Attualmente questo modello è fuori produzione, è in commercio solo la versione Ultra Light. Robuste calzature come scarpe da trekking, o ancora meglio un paio scarponcini, sono ideali per affrontare in tutta sicurezza l’esplorazione urbana. Lamiere taglienti, vetri rotti e chiodi arrugginiti possono facilmente bucare le suole più leggere delle scarpe da ginnastica. Ricordiamoci inoltre che nel periodo estivo all’esterno degli edifici la vegetazione cresce rigogliosa e ci impedisce di vedere con chiarezza cosa stiamo per calpestare.
Il vestiario dev’essere adeguato alla stagione e al tipo di esplorazione. Per esempio d’estate quando so che devo attraversare campi o giardini incolti indosso pantaloni e maglietta sempre a maniche lunghe, di colore tendente al chiaro, perché mi proteggono da rovi e insetti. Per l’inverno abbigliamento leggero ma caldo, non ingombrante e che mi permetta di mantenere una certa agilità. In questo caso l’abbigliamento tecnico per l’outdoor va più che bene. Una giacca anti vento o un k-way sono essenziali in caso di brutto tempo. Anche l’abbigliamento da lavoro è ottimo in alcuni casi, molto robusto e i colori scuri aiutano a non farsi notare troppo. Consiglio d’indossare un paio di guanti tecnici per proteggere le mani da oggetti acuminati e taglienti. Io uso i guanti Mechanix The Original con cui mi trovo benissimo, protettivi e confortevoli allo stesso tempo.
Accessori per l’esplorazione urbana
Un piccolo kit di pronto soccorso è utile in caso di piccole ferite. Una torcia elettrica a led e una robusta corda da arrampicata non dovrebbero mai mancare nello zaino. Gli edifici abbandonati sono solitamente senza elettricità e una lampada frontale può essere un comodo aiuto per vedere meglio nel buio dei corridoi e delle stanze. Usare una mascherina contro l’amianto, polveri e muffe, è una buona soluzione per non inalare sostanze tossiche. Il cellulare dev’essere sempre carico al massimo prima di ogni uscita e a portata di mano durante l’esplorazione in caso d’inconvenienti. Un rotolo di nastro americano resistente e idrorepellente, dentro lo zaino può risolvere parecchi inconvenienti. E’ un accessorio veramente flessibile.
Dato che non sappiamo quanto tempo ci porterà via l’esplorazione, è una buona idea avere una piccola riserva di cibo per integrare gli zuccheri in caso fame improvvisa. L’acqua non è mai abbastanza. Se non indossiamo la mascherina dobbiamo tenere presente che la polvere secca la bocca e la gola molto in fretta. Di conseguenza dovremo idratarci più spesso del normale.
Attrezzatura fotografica per l’esplorazione urbana
Qui entriamo in un campo davvero sconfinato e soggettivo. Mirrorless, Reflex, compatte o cellulari di ultima generazione, tutto va bene per immortalare i momenti migliori durante l’esplorazione urbana. L’unico consiglio che mi sento di dare è quello di usare la fotocamera con cui abbiamo più familiarità, visto l’ambiente particolarmente ostile in cui operiamo. Per quanto mi riguarda, cerco di applicare la stessa regola che uso per il resto dell’attrezzatura. Preferisco viaggiare leggero e portare solo l’indispensabile. Uso sia la mirrorless Sony A7 II che la reflex Canon 5D mark IV. La lente che uso più di tutte è il Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*, uno spettacolare zoom grandangolare che mi permette di riprendere prospettive uniche. Per Canon utilizzo il luminoso zoom EF 24-70 mm f/2.8 L II USM. Sono innamorato del mio Leica 35mm Summilux f/1.4 ASPH che, adattato sulla Sony A7 II, isola perfettamente i dettagli accompagnati da uno sfocato eccezionale. Se ho posto nello zaino, secondo il tipo di escursione, porto anche una Leica M6 analogica caricata con rullini Kodak Tmax o Ilford HP5 entrambi 400 ASA.
Durante l’esplorazione urbana si fotografa in luoghi generalmente oscuri e i tempi di scatto si allungano. Per avere l’immagine più pulita possibile, cerco sempre di mantenere gli ISO al minimo. Serve quindi un buon treppiede, stabile ma leggero. Ho trovato un buon compromesso col Manfrotto 190 MF4 in carbonio senza colonna centrale. La testa a sfera è sempre Manfrotto, una 468MGRC4 in magnesio, robusta e affidabile. Ho aggiunto all’equipaggiamento un paio di comodi faretti a led per avere tutta l’illuminazione necessaria nelle zone più buie. Un piccolo ma comodo cavalletto Manfrotto Pixi (in alternativa va bene anche il Gorilla Pod), batterie compatibili Pantona e veloci schede di memoria SD UHS-II Lexar completano la mia dotazione per l’esplorazione urbana.
C’è anche chi filma le proprie avventure urbex con action cam tipo Go Pro, ma sinceramente sono pochi i video interessanti che circolano in rete. Preferisco dedicarmi esclusivamente alla fotografia per ottenere il meglio dalle mie esplorazioni. Personalmente mi piacciono molto le fotografie di Andy Kay e del suo sito Behind Closed Doors.
Se analizziamo le foto urbex disponibili su internet e su Facebook di un determinato luogo, possiamo prendere spunto per realizzare immagini con prospettive diverse e più interessanti. Per esempio immagini con scene ricche di elementi sono caotiche e confuse, rischiano di annoiare o disorientare lo spettatore. In questi casi è meglio riprendere meno elementi possibili o concentrarsi sui particolari. Inoltre consiglio di adottare uno stile fotografico per tutte le foto che andremo a scattare, uno stile che ci possa contraddistinguere. Stili e post produzione diversi contribuiscono a creare confusione. Durante l’esplorazione possiamo riprendere una scena più ampia e subito dopo scattare la foto di un particolare o un campo ristretto. Decideremo poi comodamente a casa davanti al computer quale foto può avere il maggiore impatto visivo ed emotivo.
Quando fotografo durante l’esplorazione urbana non mi piace usare la luce del flash. Piuttosto se mi trovo in difficoltà, uso i pannelli a led della Neewer che diffondono una luce più morbida e omogenea. Cerco sempre di sfruttare la luce naturale. I fasci di luce che filtrano attraverso finestre rotte e fessure bucano l’oscurità, rendendo l’atmosfera surreale e sognante. Per ottenere un’inquadratura interessante può essere un’idea utile sfruttare linee e angoli per guidare lo spettatore da una parte all’altra dell’immagine.
[su_box title=”URBEX E ESPLORAZIONE URBANA” box_color=”#7e7e7e”]E voi cosa ne pensate sulla diffusione delle coordinate? Potete lasciare il vostro pensiero su questa spinosa questione nei commenti dell’articolo [/su_box]
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Ciao, articolo molto interessante. Io sono daccordo nel divulgare le coordinate di questi luoghi, tanto i vandali e ladri li conoscono molto bene, Ho dei dubbi sulla pubblicazione di queste foto, infatti ho preparato un po’ di foto che ho per pubblicarle sul mio sito, ma ho il timore che qualcuno possa denunciarmi. 🙁
Alcune foto non le pubblico neanche io. Purtroppo i ladri e i vandali solitamente arrivano prima degli esploratori. Alle volte ci sono ripicche fra gruppi urbex e allora sorgono problemi (atti di vandalismo per impedire di fare le stesse foto, luoghi giusti con lucchetti di cui solo alcuni urbex hanno le chiavi – alle volte neanche il proprietario dell’immobile – per impedirne l’accesso ad altri esploratori …).
Secondo me la condivisione è la cosa più giusta poi è ovvio che i malintenzionati sono più “facilitati”, detto questo ci arriverebbero lo stesso. Poi è doveroso che se una persona è interessata a qualcosa, si faccia anche ricerche per conto suo.
Ciao Massimiliano. In linea di massima sono d’accordo con te. La maggior parte delle volte sono persone del posto che vandalizzano e deturpano il luogo.
Ciao Alessio!
Io penso che i luoghi non debbano essere rivelati pubblicamente, non si può mai sapere se chi li visiterà ne avrà rispetto, cosa che è nell’etica dell’urber ”serio” o invece devasterà il luogo, asportanto oggetti e rovinando le strutture. I siti interessanti per fare urbex possono essere rivelati solo a coloro che hanno un’etica comportamentale molto alta.
cinzia
Ciao Cinzia, grazie per il tuo pensiero. Il problema è che se si volesse preservare veramente certi luoghi abbandonati, non bisognerebbe pubblicare nulla sul web o sui vari social. Diversamente le coordinate girano comunque, prima fra una cerchia ristretta, poi sempre più persone ne vengono a conoscenza per passaparola. Purtroppo ormai è una caccia al posto esclusivo per ottenere sempre più like e notorietà sul web!
Molto interessante questo articolo Alessio e complimenti per il tuo progetto e la tua preparazione! mi ha appassionato leggerti!Se ti va visita il mio sito https://www.michelangeloconvertino.it/
I vostri servizi sono affascinanti vi seguo con piacere amo tutto cio e antico e sempre stato il mio sogno potermi addentrare in una villa anticA ora grazie a voi ho realizzato il mio sogno peccato tanto degrado e secoli di storia e di tanta bellezza e eleganza che stiamo perdendo x s.empre
Ciao, purtroppo ci sono tantissime ville affrescate che stanno letteralmente cadendo a pezzi! Restaurarle costerebbe un patrimonio enorme e spesso gli eredi preferiscono lasciarle marcire ….
Ciao Alessio, abbiamo notato le tue foto, davvero complimenti! Volevamo farti vedere il nostro canale ( https://www.youtube.com/channel/UC5Lo-cHb2SApby0im9hP8SQ ); abbiamo sempre avuto questa passione, però è da poco che abbiamo deciso di condividere tutto ciò che vediamo sottoforma di vlog e riprese con droni; Se ti piacesse il genere di video, ci piacerebbe avere un tuo parere e se ti va, magari anche un iscritto in più!
Ciao Federico, grazie mille per i complimenti! Molto interessante il vostro canale youtube, iscritto 😉
complimenti,anche io sto inziando con questo genere che a dir il vero mi è sempre piaciuto ma, trovo difficoltà ha trovare località interessanti nella mia zona “Lecce”, sapresti indicarmi dei siti che mi potrebbero interessare.
grazie
Eugenio D’Amato
Ciao Eugenio, purtroppo non conosco la tua zona e non posso esserti d’aiuto. Prova a guardare nel forum Urbex Italia . Sono sicuro che troverai diversi spunti. A presto!