Gli scavi di Pompei, il sito archeologico unico al mondo torna a vivere dopo anni di restauri. La sua enorme popolarità è dovuta alla sua drammatica storia.
Mi aggiro curioso fra la quiete delle rovine come un giovane Indiana Jones, consapevole che fra non molto inizierà la consueta processione dei turisti armati di macchina fotografica e guide di viaggio. Nel mezzo di un crocevia ammiro quello che rimane di fastose domus e modeste botteghe. Visitare gli scavi di Pompei è come entrare in una capsula del tempo. Ci riporta indietro a quel tremendo giorno di ottobre quando il Vesuvio vomitò fuoco inondando con la sua nube vulcanica una vasta zona abitata. Durante la piacevole vacanza in Costiera Amalfitana non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di esplorare questo incredibile sito archeologico.
La vita a Pompei si spense drammaticamente il 24 ottobre del 79 d.C. Il Vesuvio sommerse la città assieme ai suoi 20mila abitanti con una nube mortale. Una catastrofe che ha letteralmente spazzato via un’intera parte della Campania ma che ha dato modo agli archeologi e scienziati di ritrovare uno spaccato fedele della vita all’epoca romana. Non riesco a immaginare lo stupore degli studiosi quando, durante gli scavi, hanno ritrovato dopo quasi duemila anni ogni oggetto di uso quotidiano al proprio posto. Anche la topografia della città è rimasta inalterata, senza cambiamenti o sovrapposizioni. I calchi in gesso e in cemento degli abitanti sepolti vivi ricordano, con le loro tragiche pose, la rapidità dell’evento catastrofico che li ha colpiti.
Le origini di Pompei
Pompei è stata edificata sul versante meridionale del vulcano Vesuvio. La zona era particolarmente adatta allo sviluppo di un fiorente centro abitato. Il motivo è semplice: quel lembo d’Italia era una delle aree più fertili della Campania. Inoltre era vicina alle grandi vie di comunicazione con le altre città, diventando un luogo ideale per un popolo dedito all’agricoltura, al commercio e all’industria.
Pompei subì forti influenze sia dalle vicine colonie greche sia dagli insediamenti etruschi. In questo periodo arcaico entrarono in gioco anche le popolazioni sannitiche, che s’insediarono nell’Italia centrale nella regione del Sannio, finendo poi per scontrarsi con l’Impero Romano. Il periodo sannitico fu importante per l’espansione edilizia della città e gli abbellimenti delle strutture, influenzate dall’arte ellenistica. Gli ultimi anni della Pompei sannita furono caratterizzati da violenti scontri con la milizia romana. Dopo anni incerti tra alleanze e ostilità verso Roma, nell’89 a.C. il dittatore romano Lucio Cornelio Silla assediò Pompei, riuscendo definitivamente a espugnare la città nonostante l’ostinata difesa di Lucio Cluenzio.
Il periodo romano
Finite le guerre sannite, nell’80 a.C. Pompei divenne una colonia del vasto Impero Romano prendendo il nome di “Colonia Cornelia Veneria Pompeiorum“. Il nome alludeva chiaramente al dittatore che l’aveva conquistata. Molte famiglie vi si trasferirono in pianta stabile mentre i romani più ricchi possedevano a Pompei la loro casa di campagna. L’avvicendamento tra vecchi e nuovi abitanti fu piuttosto rapido e pacifico. La vita a Pompei scorreva tranquilla, senza particolari intoppi. Col passare degli anni, l’influenza di Roma generò un’inevitabile evoluzione sociale.
Inizialmente le antiche famiglie pompeiane e quelle romane traevano le loro ricchezze principalmente dall’agricoltura e dallo sfruttamento delle proprietà terriere. L’evoluzione economica portò lo sviluppo di una grezza industria manifatturiera e di un abbozzo di semplice commercio. Le botteghe e le officine trovavano sempre più spazio accanto alle fastose domus. Molte di queste nuove attività non venivano però svolte da artigiani, ma dagli schiavi che lavoravano per conto dei loro padroni.
Altre conseguenze della Pax Romana furono sensibili rinnovamenti e abbellimenti di Pompei. Il benessere della città permise all’arte di prosperare, soprattutto a livello qualitativo e nuove correnti si aggiunsero alle precedenti influenze ellenistiche. Nelle case, le nuove tendenze artistiche si svilupparono nell’ambito della pittura parietale col susseguirsi di vari stili decorativi. Accanto alle classiche domus sorgono abitazioni meno sfarzose ma più funzionali, in linea con le nuove esigenze sociali ed economiche.
Una tragedia annunciata
Il Vesuvio, come ogni altro vulcano, lanciò alcuni segnali dell’imminente catastrofe ma molti abitanti rimasero comunque a vivere in città. Nel 62 d.C. Pompei subì una violenta scossa di terremoto che danneggiò gravemente gran parte delle strutture. La ricostruzione si presentò come un’opera lunga e difficile. Le case più piccole e le attività commerciali furono le prime a essere ricostruite, mentre i lavori per ristrutturare le grandi case signorili procedevano più lentamente. Fu data la priorità agli edifici pubblici come il foro, i templi e i teatri. Grazie a questo immane sforzo d’ingegneria edile, Pompei stava per rinascere più bella e sfarzosa di prima.
La devastazione del fuoco e della cenere
Gli antichi pompeiani avevano solo una vaga idea dell’origine vulcanica del Vesuvio e del suo potenziale distruttivo. Erano abituati a considerarlo come un’innocua e lussureggiante montagna. Il 24 ottobre del 79 d.C. il Vesuvio si risvegliò, scatenando una pioggia mortale di lapilli e cenere, accompagnata da forti boati. In un paio di giorni la colata lavica sommerse una vasta area della Campania. La spaventosa catastrofe colpì tutti i villaggi e le città a sud del vulcano, lasciando una scia di morte e distruzione.
I cittadini che non riuscirono a mettersi in salvo andarono incontro a una morte orrenda. Furono tutti sommersi dai materiali piroclastici e soffocati dalle esalazioni mortali che si espandevano velocemente. Pompei fu così seppellita da oltre sei metri di materiale vulcanico. Quella che fino a pochi giorni prima era una fiorente colonia romana, in pochi attimi si è trasformata in un arido deserto.
Il Vesuvio è un vulcano di tipo esplosivo, con due letali caratteristiche. La prima è la formazioni di nubi ardenti, cioè la fuoriuscita di magma frammentato dall’esplosione. Oltre a colare lungo i pendii del vulcano, il magma prima viene lanciato in aria per diversi chilometri per poi ricadere a terra. La seconda caratteristica è quella della propagazione della cenere prodotta, che il vento spinge fino a grandi distanze ricoprendo tutto quello che incontra.
La rinascita di Pompei
La cenere ha protetto Pompei dagli agenti atmosferici fino al 1599, data in cui fu scoperta per la prima volta, senza però destare abbastanza interesse da invogliare successivi approfondimenti. Gli scavi veri e propri iniziarono molto più tardi, quasi duecento anni dopo. La catastrofe naturale che ha letteralmente spazzato via un’intera città, ha dato modo agli archeologi e agli scienziati di ritrovare uno spaccato fedele della vita in epoca romana, regalando dettagli sorprendenti. Gli scavi, isolato dopo isolato, hanno riportato alla luce le lussuose domus con i suppellettili ancora al loro posto. Gli edifici e le case sono ancora riconoscibili, come alcuni dettagli urbani tipo le fontane pubbliche lungo le strade e gli attraversamenti pedonali. Grazie a un enorme opera di restauro, seguita da innumerevoli polemiche sulla gestione e il mantenimento del sito, e che continua ancora oggi col “Grande progetto Pompei“, è possibile ammirare gli elaborati mosaici e gli splendidi affreschi all’interno delle case.
Il rosso pompeiano è il colore che caratterizza i dipinti destinati alle dimore più ricche perché ottenuto da un prezioso pigmento composto da ossido di ferro, uno scarto di lavorazione del solfuro di mercurio. Alcune indagini hanno ipotizzato che in alcuni casi il colore non era veramente rosso ma tendeva più a una tonalità giallo ocra, alterata a causa dei gas e dal calore dell’eruzione. Fra la gamma pittorica degli affreschi spicca anche il blu pompeiano, il primo colore sintetico della storia risalente all’epoca egizia.
Pompei presenta ancora oggi intatto il suo tessuto urbano. Lungo le strade fatte con grossi blocchi di pietra irregolari si vedono ancora le orlature dei marciapiedi. In molti punti, grandi massi disposti per l’intera larghezza della carreggiata, permettevano ai passanti di attraversare nei giorni di pioggia senza troppo disagio. Pompei era povera di fognature e le strade si allagavano facilmente. Le strade sono in ottimo stato di conservazione e in alcuni punti si notano anche i solchi lasciati dal continuo passare dei carri.
La casa del Fauno
La Casa del Fauno è un’ampia domus del tipo ad atrio, con una struttura complessa e raffinate decorazioni. L’ingresso si affaccia sulla Via di Nola. Le sue origini risalgono al V secolo a.C. ma con modifiche apportate nel II secolo a.C. durante l’epoca sannita. Nell’ampio atrio fa bella mostra di sé un impluvio (una vasca per raccogliere l’acqua piovana) impreziosito da una statua raffigurante un piccolo fauno di bronzo. Ai lati sono presenti numerosi cubicoli mentre la parte destra era adoperata come abitazione. Nella parte posteriore del complesso principale ci sono un paio di giardini con porticati circondati da colonne ioniche. Tra i due giardini c’è un salone con il celebre mosaico della battaglia di Alessandro realizzato sul pavimento.
Le terme di Pompei
Gli antichi romani amavano trascorrere il loro tempo alle terme e in una città come Pompei questi particolari luoghi di ritrovo abbondavano. Le più importanti erano le Terme Stabiane, le Terme Centrali, quelle del Foro e le Terme suburbane. Le Terme Stabiane sono il più antico edificio termale di Pompei edificato nel II secolo avanti Cristo. Ampiamente modificate durante l’epoca romana sono divise in due parti. Quella più antica ha piccoli e bassi stanzini e quella più recente, ha la suddivisione fra sezioni maschili e femminili. Le Terme del Foro sono un piccolo ma elegante complesso che risale ai primi anni della Pompei romana. Anche qui troviamo la suddivisione delle zone per ospitare uomini e donne con ingresso separato. Le decorazioni in stucco che impreziosiscono gli interni risalgono al I secolo dell’impero e sono ben conservate.
La Casa della Fontana Grande
La Casa della Fontana Grande prende il suo nome dalla fontana rivestita di mosaici in pasta vitrea costruita all’interno di una nicchia in fondo al giardino e adornata da due maschere di marmo. La domus risale alla prima metà del II secolo a.C. mentre la copia della statua di un amorino che sorregge un delfino è stata sistemata sulla fontana tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento. L’allestimento riprende quello della Casa della Fontana Piccola, dove un amorino regge un’oca al centro della fontana.
Il Tempio di Iside
Il Tempio di Iside era dedicato a un culto straniero e dopo il terremoto del 62 d.C. fu interamente ricostruito. E’ molto ben conservato ed è interessante per la sua particolare struttura, in funzione dei riti in onore della dea Iside, e per la bella decorazione in stucco dipinta. Al suo interno sono stati ritrovati diverse suppellettili sacre.
La Villa dei Misteri
La Villa dei Misteri è un’abitazione signorile costruita poco fuori le porte di Pompei. L’ingresso è composto da una zona rustica con la cucina, il forno e il panificio. L’area signorile è collocata fra l’atrio e il tablino (un ambiente posto fra l’atrio e il giardino, dove il padrone di casa riceveva gli ospiti). Accanto al tablino c’è una sala da pranzo con un grande dipinto dalle origini misteriose che ricopre interamente le pareti. L’interpretazione di ciò che raffigura il grande affresco non è ancora del tutto chiara e nulla si sa dei committenti dell’opera. L’unica cosa certa è che la decorazione rappresenta qualche culto misterioso legato a Dioniso, Dio dell’ebbrezza, e al rituale del baccanale. All’interno della villa sono esposti due calchi dei pompeiani morti sotto la nube tossica del vulcano.
La Porta di Ercolano e la Via delle Tombe
Oltre le mura di Pompei sorge la città dei morti. Oltrepassata la Porta di Ercolano, troviamo dei sepolcri dalle forme e dalle architetture più svariate. Questi monumenti sono impreziositi da stucchi e dipinti che rappresentano la vita dei defunti, indicandone il nome, la carica pubblica e alle volte anche la fisionomia.
La Casa della Caccia
Era una delle domus più prestigiose di Pompei ed è stata recentemente oggetto di approfonditi restauri, soprattutto per i suoi sontuosi affreschi. Gli interni sono lussuosi: il tablino si affaccia sull’atrio e sul giardino, con rivestimenti di marmo e dipinti che rimandano a paesaggi africani e amorini in veste di cacciatori.
La Casa di Sirico
Il grande complesso della Casa di Sirico, vicino al Lupanare, è formato dall’unione di due abitazioni comunicanti ed è una delle domus principali del regio VII. Col passare del tempo è stata rinnovata con decorazioni pittoriche, alcune rappresentanti scene ispirate alla guerra di Troia. In questa casa furono rinvenuti cinque scheletri di persone morte a causa dell’eruzione, compreso quello del proprietario Publius Vedius Siricus. Siricus era un personaggio di spicco nella realtà pompeiana: a testimoniarlo c’è un’iscrizione con cui accoglieva i clienti, “Salve Lucrum” ossia “benvenuto guadagno”.
Il Lupanare
Il Lupanare era il luogo del piacere di Pompei dove la lupa (prostituta di bassa categoria) svolgeva liberamente la sua professione, solitamente in strade secondarie ma vicino a posti affollati come ad esempio le terme. Il Lupanare ha due ingressi che portano a una sala centrale dove si affacciano sei stanzette arredate con un semplice letto in muratura. La stanza centrale è decorata con pitture che raffigurano scene erotiche.
I Granai del Foro
Nella zona occidentale del Foro, accanto al Tempio di Giove, furono costruiti i Granai dopo il terremoto del 62 d.C. e anticamente erano un grande mercato della frutta e verdura. Ora sono usati come magazzini per custodire attrezzi e migliaia di reperti archeologici, oltre a conservare i famosi calchi delle persone che non sono riuscite a sfuggire alla furia del Vesuvio. L’accesso non è consentito ai visitatori, costretti ad ammirare i meravigliosi reperti dall’esterno.
Il Foro Civile
Il Foro era il centro della vita pubblica e commerciale di Pompei. Attorno a questa grande piazza sorgevano importanti edifici pubblici come il Macellum, la Basilica e i templi di Giove e Apollo. Tutto il Foro era abbellito con archi, statue e colonne.
La Casa del Principe di Napoli
La Casa del Principe di Napoli non è tra le domus più fastose di Pompei. La particolarità di questa casa è il bel dipinto raffigurante Bacco e Venere in una piccola stanza che si affaccia sul giardino. Il grande affresco nel suo insieme crea un effetto equilibrato e grazioso. Il nome della domus deriva dal fatto che, al momento degli scavi, era presente il Principe di Napoli e futuro re d’Italia, Vittorio Emanuele III.
Consigli utili per visitare Pompei
Il momento migliore per visitare gli scavi di Pompei è la mattina presto o il tardo pomeriggio, quando il grosso dei turisti non è ancora arrivato o ha già lasciato il sito. Sconsiglio di visitare Pompei durante il periodo estivo perché all’interno del parco archeologico c’è poca ombra. Le ore centrali della giornata sono troppo calde e la visita rischia di diventare un’esperienza sfiancante. Inoltre la maggior parte dei turisti visita la Costiera Amalfitana e i siti archeologici nei tre mesi estivi. Meglio programmare la visita verso inizio primavera o in autunno: le temperature sono più gradevoli e c’è meno confusione.
Il parco archeologico di Pompei, inserito nella lista dei siti Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, è molto grande e complesso. Dato che è molto facile ritrovarsi a girare a vuoto per la città, consiglio di prenotare una visita guidata per vedere tutti i luoghi di maggior interesse. Le case ristrutturate sono aperte a rotazione e girando da soli c’è il rischio concreto di perdere qualche entrata.
Gli scavi distano solo un’ora di macchina dalla Costiera Amalfitana. Pompei città ha molti parcheggi per macchine e autobus. Ho scelto quello proprio davanti all’entrata del sito, il Camping Pompei in via Plinio, che per dieci euro custodisce la macchina tutto il giorno. Porta Marina è considerata l’ingresso principale di Pompei perché oltre a comprare il biglietto, è possibile noleggiare audio guide e prenotare visite guidate. Acquistare il biglietto su internet attraverso il circuito TicketOne al costo di diciannove euro, consente di saltare la fila alla biglietteria. L’entrata normale costa quindici euro. L’ingresso per i minori di diciotto anni è gratuito, mentre è ridotto a due euro per i cittadini dell’Unione Europea di età compresa tra i 18 e i 24 anni. E’ utile consultare la guida in formato pdf scaricabile dal sito Pompei Online.
ORARI DI APERTURA
I giorni di chiusura degli scavi di Pompei sono il 1 gennaio, 1 maggio e il 25 Dicembre. Consiglio di consultare la pagina del sito ufficiale Pompeiisites per controllare chiusure straordinarie e comunicazioni di servizio. Gli orari di apertura sono i seguenti:
Dal 1 aprile al 31 ottobre
Dal lunedì al venerdì: apertura ore 9:00 – ultimo ingresso ore 18:00 – chiusura degli scavi di Pompei ore 19:30;
Dal sabato alla: apertura ore 8:30 – ultimo ingresso ore 18:00 – chiusura degli scavi di Pompei ore 19:30.
Dal 1 Novembre al 31 Marzo
Dal lunedì al venerdì: apertura ore 9:00 – ultimo ingresso ore 15:30 – chiusura degli scavi di Pompei ore 17:00;
Dal sabato alla domenica: apertura ore 8:30 – ultimo ingresso ore 15:30 – chiusura degli scavi di Pompei ore 17:00.