l’Eremo di Camaldoli è la casa della comunità dei frati Benedettini, circondato della splendida foresta del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
Il sacro eremo di Camaldoli è immerso in uno scenario di estrema bellezza all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. E’ stato fondato più di mille anni fa dal monaco benedettino ed eremita San Romualdo e, insieme al santuario di Chiusi della Verna, è uno dei luoghi più affascinanti nel cuore dell’Appennino tosco-romagnolo.
Rispetto al monastero, situato più a valle, l’eremo di Camaldoli è circondato da uno spesso muro di cinta. L’unico ingresso è un grande portone da cui è possibile accedere in alcune zone interne dell’eremo e solo in determinati momenti della giornata:
- La Chiesa barocca dedicata a San Salvatore Trasfigurato;
- La foresteria dove i monaci sono disponibili ad accogliere i pellegrini;
- La cella di San Romualdo è l’unica visitabile perché separata dalle altre;
- L’antico refettorio;
- La farmacia dove è possibile comprare numerosi souvenir.
Anticamente le celle dei monaci erano solo cinque. Oggi l’eremo di Camaldoli è composto di una ventina di celle, ognuna con il proprio orto. Sono separate dal resto dell’eremo da una cancellata e non è possibile accedervi perché i monaci vivono da eremiti, votando tutta la loro vita alla preghiera e alla penitenza.
EREMO DI CAMALDOLI – COME ARRIVARE
Per raggiungere l’eremo di Camaldoli è consigliabile percorrere l’autostrada A14 e uscire al casello Cesena Nord, per poi imboccare la strada E45 direzione Roma fino a Bagno di Romagna. Prendere la strada SR 71 verso il Passo Mandrioli e il bivio per Camaldoli. Dal versante toscano prendendo l’autostrada del sole bisogna uscire ad Arezzo e proseguire verso Bibbiena. Una volta superata, al Km 11 si trova il bivio con la strada provinciale per Camaldoli. E’ possibile raggiungere l’eremo anche prendendo la suggestiva provinciale 124 dell’eremo da Badia Prataglia.
Nei fine settimana i turisti invadono il parcheggio per una breve visita all’interno l’eremo di Camaldoli e una sosta nella farmacia dei frati dove si può comprare il buonissimo nocino. Tutto questo trambusto è in contrasto con la pace e la spiritualità del posto ma basta allontanarsi di pochi metri e prendere uno dei sentieri che si addentrano nel bosco per ritrovare la giusta tranquillità. Nelle immediate vicinanze dell’eremo c’è il laghetto Traversari, un lago artificiale ormai naturalizzato, che offre riparo a molte specie acquatiche come il tritone punteggiato [Triturus vulgaris] e il Triturus alpestris [tritone alpestre].
LA SALAMANDRA PEZZATA [Salamandra salamandra]
L’eremo di Camaldoli è circondato da un fitto bosco secolare ricco di fauna e flora, con ben cinque specie di ungulati e numerosi anfibi. La salamandra pezzata, insieme al geotritone, è uno degli anfibi più belli che si possa incontrare all’interno delle faggete. Trovare la salamandra non è per niente facile: bisogna cercarla nelle giornate giuste, subito dopo un bell’acquazzone estivo o nelle umide giornate autunnali poco ventilate. Si nasconde in piccoli anfratti sotto le pietre, il muschio o all’interno di vecchie cortecce cadute.
La livrea nera pezzata di giallo, oltre a rendere la salamandra mimetica nel sottobosco, è un chiaro avvertimento per tutti i predatori della sua tossicità. Grazie a delle ghiandole cutanee secerne un liquido molto urticante, ma non velenoso.
Nei pressi del monastero di Camaldoli c’è un facile percorso denominato “sentiero natura CAI” che porta al monumentale castagno Miraglia, un albero secolare alto una ventina di metri situato in una piccola radura. Secondo il registro delle foreste camaldolesi l’albero ha più di duecento anni, molti presumono ne abbia circa cinquecento. La sua vera età è destinata a rimanere avvolta nel mistero. Lasciato il monastero, nei campi circostanti ci sono molti sentieri adatti a tutti che permettono di ammirare da vicino Castagni più giovani ma ugualmente imponenti. Un ottimo posto trovare un po’ di relax, sonnecchiando accarezzati dagli ultimi raggi di sole autunnali.
Ciao ho visto la foto pubblicata da te sul ristorante il giglio rosa a passo mandrilli mi daresti qualche informazione in più sul posto tipo chi erano i proprietari e perché è andato in malora io sono della zona ma nn lo conosco per niente scusa la mia indiscrezione grazie
Ciao, purtroppo non conosco i proprietari ne la data o la causa della chiusura. Mi ricordo che andavo a mangiare in quel ristorante con mio nonno tantissimi anni fa e vederlo chiuso mi è dispiaciuto molto!
A presto. Alessio.
Splendide fotografie accompagnate da utili commenti che stimolano alla visita del posto
Ti ringrazio molto per i complimenti 😉