Vuoi scoprire di più su Berlino? Ecco come passare qualche piacevole giornata nella stravagante capitale tedesca.
Berlino è una città molto particolare, ricca di fascino e di contrasti molto forti. A prima vista può sembrare brutta, fredda e caotica, specialmente se visitata durante una grigia giornata autunnale. Però è una città che va capita. Bisogna girarla a piedi per scoprire ogni angolo nascosto e viverla pienamente in tutti i suoi aspetti. Non vi farà sicuramente esclamare “voglio trasformi a vivere a Berlino!“, ma la vecchia capitale tedesca riuscirà certamente a occupare un piccolo spazio all’interno del cuore di ogni viaggiatore. O almeno questo è quello che mi è successo.
Berlino è una città creativa, alla moda e sempre contro corrente.
Sono rimasto letteralmente sedotto dalla sua atmosfera giovane e alternativa. Berlino ci fa conoscere da vicino il turbolento passato della città e i momenti bui del secondo grande conflitto mondiale, dell’olocausto e della guerra fredda. Non ci sono solo le reliquie del passato però. E’ una capitale d’arte ricca di musei ma allo stesso tempo è anche trasgressiva e cosmopolita. Ogni quartiere offre un’atmosfera diversa con deliziosi ristoranti, boutique, teatri, bar e locali notturni. E’ una città in costante movimento, che si reinventa continuamente. Quasi tutta la Germania è stata devastata dalla seconda guerra mondiale e Berlino è stata rasa al suolo dalle bombe degli alleati. Nonostante la ricostruzione della città, è evidente come alcuni palazzi e monumenti scampati alla distruzione facciano riaffiorare alla memoria i terribili momenti della seconda guerra mondiale e della guerra fredda. Ovunque si guardi Berlino è ricca di siti storici e punti d’interesse. Passeggiare per Berlino è come fare un salto attraverso il tempo, aprire una finestra e guardare scorrere la storia degli ultimi decenni. Questa città è il miglior esempio del coraggio di andare avanti e di rinnovarsi dopo la devastazione del grande conflitto mondiale.
Dove dormire
Pullman Berlin Schweizerhof
Berlino è una città talmente grande che ognuno di noi potrà sicuramente trovare un alloggio adatto alle proprie esigenze. Io consiglio il Pullman Berlin Schweizerhof, situato vicino allo zoo, alla via dello shopping e alla fermata della metro. Il personale è molto gentile e sempre disponibile. La colazione è abbondante, mentre i ricercati interni nella hall e la zona bar invogliano a sedersi per godersi un buonissimo aperitivo prima di cena. Le camere in stile moderno sono pulite e spaziose. L’hotel possiede anche un rinomato ristorante, il BLEND.
Titanic Chaussee
Nell’ultimo viaggio ho alloggiato presso il Titanic Chaussee, un elegante albergo nel cuore di Berlino. La struttura è praticamente davanti la fermata della metro, la colazione è abbondante e ha un grande centro benessere. E’ molto orientata al settore business e per questo alle volte ospita delle grandi comitive. Per questo motivo l’ho trovato un po’ troppo chiassoso. Il personale della reception è piuttosto freddo e poco accogliente. Le stanze sono spaziose e ben arredate ma ho avuto alcuni problemi di pulizia durante il soggiorno. L’hotel è dotato di un bar e di un ristorante rinomato.
La capitale dell’arte
In una città così creativa come Berlino, tutto l’anno si svolgono manifestazioni, eventi e mostre legate al mondo dell’arte in tutte le sue forme. Basta cercare su internet o sfogliare qualche dépliant all’ufficio turistico e sicuramente troveremo qualcosa di adatto ai nostri interessi, che sia una mostra d’arte o un’esposizione fotografica. La splendida Museumsinsel (isola museo) è un sito dichiarato patrimonio dell’Unesco che contiene cinque raffinati musei lungo il fiume Spree. All’ombra dell’impressionante duomo e del Berliner Stadtschloss si trova il Lustgarten, un grande parco utilizzato dai nazisti come piazza d’arme per le parate. La capitale tedesca vanta un numero impressionante di musei, più di centosettanta.
Arte urbana
Berlino è la capitale della cosiddetta “controcultura“, così soprannominata grazie alla crescita di diversi movimenti artistici alternativi. La città ha alcuni dei migliori esempi di street art del mondo, diventando una grande mostra a cielo aperto di arte urbana. Cercare di esplorare la scena della street art in pochi giorni è letteralmente una missione impossibile. In ogni angolo si nascono graffiti e murales, dai più piccoli a quelli enormi che ricoprono intere facciate di edifici. E’ facile incontrare qualche writer intento a finire una delle sue opere. Numerosi artisti locali e internazionali hanno aggiunto un po’ di colore con le loro opere in questa grigia città dominata dal cemento. Dopo la caduta del muro e la riunificazione della città, i graffitari hanno ricoperto il muro di colori e disegni. Da quel momento hanno letteralmente invaso Berlino, trovando ispirazione e tanti luoghi dove poter mostrare la loro arte. Il Kunsthaus Tacheles era il centro sociale artistico più famoso di Berlino. Era un edificio fatiscente e in parte demolito. Adesso è definitivamente chiuso ma è in atto un piano di recupero perché è stato valutato come edificio storico.
Il muro di Berlino (East Side Gallery)
Il muro di Berlino ha diviso per quasi trent’anni la Germania Est da Berlino Ovest, spaccando in due l’anima della città. Qui est e ovest, capitalismo e comunismo si scontravano segnando la vita dei berlinesi. Dopo la sua caduta nel 1989 molti artisti provenienti da tutto il mondo hanno decorato il muro con le loro splendide opere, trasformandolo da simbolo di oppressione in espressione di libertà. L’unico tratto di muro rimasto ancora in piedi è conosciuto come l’East Side Gallery, lungo un chilometro e trecento metri. Decorato da più di cento murales, costeggia il fiume Sprea. E’ bello quanto angosciante ed è tutto quello che resta di questo capitolo oscuro della storia tedesca. Purtroppo molti dei murales sono stati presi di mira dai vandali nonostante i ripetuti tentativi di restauro. Pezzi del muro di Berlino sono esposti in giro per la città nei principali punti d’interesse.
La porta di Brandeburgo
La monumentale porta di Brandeburgo, la cui costruzione è ispirata all’ingresso dell’Acropoli di Atene, è stata sempre considerata prima come simbolo di divisione, poi come emblema della riunificazione e della pace. Con i suoi 26 metri di altezza e 65 di lunghezza è universalmente riconosciuta come l’icona di Berlino. Durante la Seconda Guerra Mondiale la porta cittadina era considerata il simbolo del regime nazionalsocialista. Bombardata dagli alleati e poi ricostruita, durante la guerra fredda era uno dei pochi passaggi dalla DDR all’occidente. La piazza è circondata da alberghi e ambasciate ed è molto frequentata dai turisti. Da qui parte la Brandenburger Strasse con la sua ampia gamma di negozi, boutique e ristoranti.
Checkpoint Charlie
La leggenda vuole che l’ultimo soldato a lasciare Berlino si chiamasse Charlie. Il Checkpoint Charlie in Friedrichstrasse è stato l’unico punto d’ingresso per i visitatori che volevano entrare a Berlino Est durante la divisione della città. Nel 1961 l’esercito statunitense e quello russo si fronteggiarono dando sfoggio delle rispettive capacità militari in uno dei momenti più tesi della guerra fredda. Il mondo intero credeva fosse l’inizio di un’altra guerra. E’ stato ricostruito mantenendo il suo aspetto originario, con comparse che impersonano le guardie di frontiera. Adesso è poco più di un’attrazione turistica e un inno alla vittoria degli americani. E’ possibile a pagamento scattare delle foto con i finti soldati americani. Il Checkpoint Charlie è circondato da McDonald’s, KFC e negozi di souvenir, evocando un’evidente rivincita del capitalismo. Dopo le foto di rito consiglio di non perdere troppo tempo, ci sono posti certamente più interessanti a Berlino.
Potsdamer Platz
Potsdamer Platz è un vivace quartiere nel cuore di Berlino. Tutti gli edifici della zona sono stati disegnati e progettati da architetti di fama internazionale, dove lo stile Liberty e quello moderno si fondono armoniosamente. Nel grattacielo Kollhoff, l’ascensore più veloce d’Europa porta i turisti al venticinquesimo piano in appena venti secondi. La terrazza panoramica offre una vista mozzafiato sull’intera città. Altri edifici di rilievo che si affacciano sulla Postdamer Plaz sono la Berliner Volksbank, le Roger Twins e il Ritz Carlton. Degna di nota è la Marlene-Dietrich-Platz con l’ex teatro musicale, il cinema Imax e il Sony Center. Postdamer Platz è il luogo che preferisco a Berlino per fotografare l’ora blu e gli impressionanti giochi di luce creati dai palazzi attorno alla piazza.
Berlino est
Berlino Est rappresenta la voglia dei tedeschi per rivalutare lo stile dell’ex DDR. Enormi edifici dai colori opprimenti e forme spigolose caratterizzano questa parte della città. L’architettura socialista imponeva simmetrie pulite e imponenti, al limite dell’alienante. Lo Stasimuseum è il museo dedicato alla famigerata polizia segreta, la Stasi, allestito negli edifici dell’ex ministero per la sicurezza nazionale. Gli ambienti e il mobilio sono conservati alla perfezione ma il punto forte del museo è senza dubbio la stravagante serie di gadget tecnologici a disposizione delle spie socialiste, che servivano a controllare meticolosamente le vite dei cittadini di Berlino Est.
Alexanderplatz
Alexanderplatz è la parte moderna di Berlino ricostruita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. E’ la pizza più importante della città, ma è piuttosto anonima e costruita tutta in cemento. Prende il nome dallo Zar russo Alexander I e anticamente era la piazza del mercato. Gli amanti dello shopping rimarranno estasiati dai grandi centri commerciali. Sullo sfondo svetta l’altissima torre della televisione. Alexanderplatz si trasforma in occasione dei grandi eventi come l’Oktoberfest e i mercatini di Natale. Un monumento da non perdere è l’Urania Weltzeituhr, l’orologio universale installato nella piazza nel 1969 in pieno regime della DDR.
Memoriale dell’olocausto
Si trova in centro città, vicino alla porta di Brandeburgo. Il governo tedesco ha volutamente scelto una posizione centrale in modo che tutti potessero costantemente vederlo per non dimenticare le atrocità commesse durante l’olocausto. Progettato dall’architetto newyorkese Peter Eisenman, questo memoriale è dedicato a tutti gli ebrei uccisi in Europa, per non dimenticare mai le nefandezze perpetrate durante il periodo del nazismo. Più di duemilasettecento blocchi di cemento con altezze diverse simili a delle enormi bare sono disposti in una griglia ordinata e formano una sorta di labirinto. Questo dedalo di stretti vicoli crea ai visitatori un senso di disorientamento e confusione. Questa struttura a prima vista può sembrare un enorme cimitero.
Topografia del terrore
La visita continua nel vicino museo “Topografia del terrore” situato nell’angolo sud-orientale accanto al memoriale eretto in onore agli ebrei assassinati in tutta Europa. Gli orrori dell’olocausto esposti e raccontati in questo museo lasciano senza fiato, documentando le crudeltà disumane inflitte agli ebrei durante il dominio nazista. In quest’area una volta sorgeva un complesso di edifici che comprendevano quartier generale della Gestapo e la sede direzionale delle SS. I pannelli informativi raccontano in maniera molto inquietante sulle torture e le esecuzioni che avvenivano nell’edificio prima che questo fosse raso al suolo durante la guerra.
Museo di storia naturale
E’ un museo di storia naturale molto importante perché possiede Oscar, il più grande scheletro del mondo di Brachiosaurus alto quasi tredici metri. Ci sono altri bellissimi scheletri di dinosauro e un’impressionante collezione zoologica. Tantissimi esemplari immersi in preparati alcolici riempiono un’intera stanza. L’atmosfera è inquietante e sembra di essere sul set di una puntata di X-files!
Natale a Berlino
Da metà novembre fino ai primi di gennaio, la città di Berlino è illuminata dalle vivaci luci di Natale e dai suoi famosi mercatini. Durante il periodo natalizio il grigiore dell’inverno e del cemento dei palazzi è ravvivato dal calore delle candele, del cibo delizioso. Il freddo si combatte a sorsi del famoso Glühwein, il vin brulé con cannella, un po’ di zucchero, arancia e alcol. Non bisogna assolutamente lasciarsi scappare le tipicità tedesche come le grandi salsicce grigliate, il salmone affumicato sul momento e i caratteristici souvenir di legno. Uno dei mercatini più frequentati è quello che si trova in Alexanderplatz. E’ il luogo ideale per passeggiare fra giostre e innumerevoli chioschi, alla ricerca del regalo fatto a mano o per assaggiare l’ottimo cibo tedesco sotto l’icona della città di Berlino, la torre della televisione. Un altro mercatino da non perdere è quello di Gendarmenmarkt, un grande villaggio formato da un centinaio di stand in una delle piazze più belle di Berlino. Altri mercatini più piccoli regalano ai turisti una calda e romantica atmosfera, all’ombra dei cantieri e delle gru che sembrano essere presenti ovunque in città.
Urbex
In tutta Berlino ci sono edifici abbandonati che aspettano solo di essere esplorati. Ogni anno però il loro numero diminuisce a causa della continua riqualificazione di queste aree. Berlino è un cantiere perenne. Luoghi come lo Spreepark o il museo di anatomia sono definitivamente chiusi e controllati dalla polizia. Poco fuori il centro città ci sono ancora splendidi posti per praticare urbex. La stazione di spionaggio della NSA, il Teufelsberg, è uno dei luoghi più famosi da visitare e una delle più grandi reliquie della guerra fredda. Fra Berlino e i dintorni di Potsdam non mancano scuole, centri sportivi, bunker e basi militari abbandonate.
Street photography
Berlino è una splendida città per praticare la Street photography, anche se i berlinesi sono ben consapevoli dei loro diritti sulla privacy, o almeno gli piace pensarlo. Le persone sono molto sensibili e in alcune circostanze rischiano di reagire in maniera troppo aggressiva o scontrosa. Catturare la calma in mezzo alla confusione urbana non è per niente facile. Una città iconica come Berlino offre innumerevoli spunti fotografici in ogni momento e in ogni stagione. Proprio nella capitale tedesca ho testato la RICOH GR II.
Il Terzo Reich
E’ innegabile che esista una grande mitologia che circonda il Terzo Reich della Germania Nazionalsocialista e che colpisca l’immaginazione di tutto il mondo. La seconda guerra mondiale ha cambiato definitivamente il volto della città. A Berlino sono ancora presenti gli evidenti segni architettonici lasciati dal Nazionalsocialismo dopo la sconfitta dell’impero di Hitler e del suo regime totalitario. I berlinesi dal canto loro, hanno cercato di valorizzare quello che restava dopo la distruzione che ha portato la fine della seconda guerra mondiale, erigendo numerosi memoriali per onorare le vittime di guerra cadute a causa della persecuzione nazista.
Memoriale di guerra sovietico nel Tiergarten
Oltrepassata la porta di Brandeburgo e percorrendo la Strasse des 17. Juni sulla destra c’è questo memoriale di guerra dedicato ai soldati sovietici uccisi durante i feroci giorni di battaglia per occupare Berlino. Inaugurato nel novembre del 1945 per l’anniversario della rivoluzione russa, al suo ingresso c’è una statua alta dodici metri che raffigura un soldato in piedi su una svastica rotta. Ai suoi fianchi ci suono due carri armati T-34, uno dei migliori mezzi corazzati dell’Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale.
Ex Ministero dell’aria del Reich
L’edificio che sorge su Wilhlemstarasse è un classico esempio di architettura nazista, eretto per volere del Reichsmarschall Goring tra il 1935 e il 1936 e progettato dall’architetto Ernst Sagebiel. L’ex ministero dell’aria del Reich era all’epoca il più grande edificio amministrativo d’Europa, con le sue 2800 camere, sette chilometri di corridoi e oltre quattromila finestre. Era una struttura imponente, come lo era il reparto della Luftwaffe, l’aeronautica militare tedesca. E’ incredibilmente sopravvissuto ai bombardamenti e ora è sede del Ministero delle finanze tedesco. Nel 1952 è stato aggiunto un enorme murale lungo 18 metri sulla facciata nord dell’edificio lungo Leipziger Strasse. Non tutti conoscono questa straordinaria opera d’arte socialista che celebra la vita gioiosa nella DDR. E’ una vera e propria reliquia del passato comunista, costruita interamente con piastrelle di porcellana dipinte a mano.
Torri di avvistamento del muro di Berlino
Quando la DDR costruì il muro di Berlino nel 1961, questo fu dotato di circa trecento torri di guardia. Queste torri non erano usate solo per proteggere il muro, ma servivano anche come posti di guardia per prigioni e strutture sensibili come depositi civili e militari. Le torri di guardia erano suddivise in due categorie. La più diffusa era l’A-Turm (AT) alta venticinque metri, mentre le B-Turm (la classificazione variava da BT-3 a BT-11) erano torri di osservazione di varia altezza e forma. Ma che fine hanno fatto queste torri? Quasi tutte sono state abbattute o smantellate assieme al muro di Berlino. Alcuni esemplari sono stati preservati come memoriali e alcuni sono sopravvissuti fra le rovine degli edifici abbandonati.
Museo di arte moderna Urban Nation
E’ un museo dedicato alla street art inaugurato nel 2017 in Bulowstrasse. Il suo scopo è quello di promuovere il potenziale dell’arte urbana. E’ molto interessante perché l’interno del museo è tappezzato di grandi murales appesi alle pareti. Alcune opere sono veramente stupende e la mostra è completata da dettagli sulla storia della street art e dalle attrezzature usate dai writers. L’ingresso al museo è a offerta libera.
Il museo ebraico (Jüdisches Museum)
Il museo ebraico di Berlino raccoglie tutte la storia degli ebrei in Germania ed è diviso in due sezioni, l’edificio barocco e quello moderno disegnato dall’architetto americano Daniel Libeskind. L’architetto ha interpretato la sofferenza degli ebrei usando linee, pareti con angoli vivi e vuoti che tagliano l’edificio. L’installazione permanente Shalekhet (foglie cadute) è impressionante con i suoi diecimila volti a bocca aperta intagliati nel ferro. Camminandoci sopra, emettono uno stridio e uno sferragliare che fanno riaffiorare i dolorosi ricordi della seconda guerra mondiale. Calpestando questi volti di ferro sembra veramente di sentire i lamenti delle anime perdute durante l’olocausto. E’ il più grande museo ebraico europeo ed è stato inaugurato nel 2001.
Memoriale della protesta di Rosenstrasse
Quella di Rosenstrasse fu l’unica protesta pubblica della Germania nazista contro la deportazione degli ebrei. Nel 1943, la mattina del 27 febbraio centinaia di poliziotti, agenti della Gestapo e delle SS hanno rastrellato Berlino alla ricerca degli ultimi diecimila ebrei da inviare nei campi di concentramento. Duemila ebrei erano quelli privilegiati, sposati con donne ariane e furono rinchiusi in un centro ebraico in Rosenstrasse 2-4 in attesa di essere deportati. Non appena si diffuse la notizia, le mogli tedesche si radunarono per cercare di riavere indietro i propri mariti. Le manifestanti aumentavano di giorno in giorno, nonostante la costante minaccia delle mitragliatrici della Gestapo e le minacce d’arresto delle SS. Dopo più di una settimana di protesta a Goebbels, il ministro della propaganda del Terzo Reich, era esasperato e non gli rimase altro da fare che liberare gli ultimi ebrei rinchiusi. Quello del gerarca nazista non è stato un atto di pietà nei confronti dei prigionieri. Goebbels immaginava che, se la protesta si fosse diffusa fuori dalle mura di Berlino, il programma di genocidio degli ebrei sarebbe stato smascherato. Dopo la liberazione, il fatto fu minimizzato e insabbiato dal regime con grandi bugie. Mentre duemila ebrei erano liberi, altri ottomila furono imprigionati nei campi di sterminio di Auschwitz. Il memoriale della protesta è situato all’interno di un piccolo parco su Rosenstrasse, dietro la famosa Alexanderplatz.
Ampelmann, lo strano omino dei semafori
Lo strano omino dei semafori è nato nel 1961 nella Berlino Est ed è sopravvissuto alla caduta del muro. E’ stato progettato dallo psicologo del traffico Karl Peglau per attirare l’attenzione dei bambini sulla strada grazie al suo simpatico design. Ampelmännchen letteralmente significa piccolo uomo semaforo ed è diventato una delle icone di Berlino. Dopo la riunificazione, questi particolari semafori vennero rimpiazzati perché non piacevano più. Nel 1996 il designer industriale Markus Heckhausen prosegue con il disegno di Ampelmann, che ritorna popolare e rientra prepotentemente nella vita dei berlinesi.
I conigli d’ottone in Chauseestasse
Nei dintorni di Chauseestasse 91 una sottile linea di mattoni indica il punto in cui una volta sorgeva il muro di Berlino. Questo strano memoriale è opera dell’artista berlinese Karla Sachse. Nel 1999 ha creato un’istallazione di centoventi conigli d’ottone chiamata Kaninchenfeld. Quando il muro di Berlino spaccava in due la città e impediva ai cittadini di girare liberamente, i conigli scavavano dei tunnel muovendosi liberamente fra est e ovest. I conigli vivevano indisturbati in quella striscia di terra mortale per ogni persona che cercava di attraversarla, inconsapevoli dei problemi politici che li circondavano. L’idea alla base del progetto dell’artista berlinese era che i conigli rappresentassero un simbolo di libertà e di protesta ignorando i confini del muro. Oggi dei centoventi conigli di ottone ne rimangono solo ottanta.
Memoriale di guerra sovietico a Schönholzer Heide
Questo grande memoriale sovietico sorge nel quartiere di Pankow. E’ uno dei quattro memoriali eretti nel settore sovietico, voluti da Stalin per celebrare il contributo dell’Unione Sovietica alla caduta del nazismo e ai circa ottantamila soldati russi morti durante la battaglia di Berlino. Questo cimitero commemorativo è stato completato nel 1949 all’interno di un grande parco. L’ingresso è costituito da due torri di granito rosso decorate con placche di bronzo in bassorilievo. All’interno delle portinerie ci sono delle urne simboliche e delle citazioni di Stalin. Il soffitto è decorato da una vetrata raffigurante la bandiera dell’Unione Sovietica. Il cimitero è disposto in modo tale da condurre i visitatori verso il memoriale centrale, composto da una statua che raffigura la Madre Russia in lutto e un grande obelisco di granito. La base contiene una sala d’onore a cupola e una cripta. Un altro piccolo memoriale dedicato ai soldati sovietici morti durante la prigionia tedesca si trova dietro l’obelisco. Questo memoriale, assieme al parco esterno, è un luogo molto tranquillo dove passeggiare e ho potuto osservare anche diversi animali come scoiattoli rossi, picchi verdi e diverse cince.
Le aquile naziste di Berlino
L’aquila evoca ingiustamente immagini legati al terzo Reich, ma come simbolo di potere è sempre esistito nel regno tedesco. La sua prima apparizione avviene come stemma della bandiera del Sacro Romano Impero. Da quel momento tutte le città imperiali hanno adottato l’aquila nella loro araldica fino alla loro caduta nel 1806. Quando gli stati tedeschi si rivoltarono nel 1848, il Reichsadler (lo stemma con l’aquila) divenne nuovamente simbolo dell’unità nazionale. In seguito, grazie a Bismarck che unificò il Regno di Prussia con gli stati della Germania, il simbolo araldico divenne lo stemma dell’impero tedesco. Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e la sconfitta dell’impero, il simbolo dell’aquila fu abbandonato per essere sostituito dal tricolore tedesco della nuova Repubblica di Weimar. Nel frattempo nuovi stemmi con l’aquila nera su fondo giallo furono creati per adattarsi ai nuovi colori del tricolore. Un anno dopo l’incoronazione del Fuhrer nel 1935, Hitler scelse una versione stilizzata del Reichsadler come nuovo simbolo del Reich. Nel 1936 furono emanate precise direttive su come doveva apparire il simbolo. Un’aquila stilizzata che guarda a sinistra, appollaiata su una corona d’alloro contenente la svastica. Chiunque ne volesse fare uso doveva chiedere il permesso al Reich. Alla Wehrmacht (l’esercito tedesco) fu permesso di utilizzare l’araldica dell’aquila che guarda a destra. Dopo il crollo del Reich, tutti i simboli associati al partito nazista furono dichiarati illegali e rimossi. Nel 1950 l’aquila fu ufficialmente ripristinata nell’araldica della Germania Ovest. Passeggiando per Berlino capita di trovare ancora delle aquile risalenti al Terzo Reich spese per la città. Ovviamente la svastica non è più visibile in alcun luogo.
Una cena sulla torre della televisione
Negli anni ’50 il regime socialista della DDR eresse nel centro di Alexanderplatz un’imponente torre della televisione alta 368 metri, per la diffusione dei programmi di propaganda. Fu eretta con lo scopo di diventare la più alta torre televisiva d’Europa, seconda solo a quella di Mosca. A circa 200 metri di altezza la sfera ospita una piattaforma da cui si può ammirare una splendida vista su Berlino. Al piano inferiore c’è il bar per gli aperitivi, mentre a quello superiore c’è un bellissimo ristorante. La piattaforma riservata ai tavoli è girevole e per completare un intero giro impiega circa mezz’ora. Pranzare di sera affacciati a una delle vetrate e rimanere incantati dalle luci della città è un’esperienza unica. Per salire sulla sfera è utilizzato un ascensore ad alta velocità col tetto trasparente che in pochi secondi copre i duecento metri di dislivello.
Tempelhof, l’aeroporto del Fuhrer
L’aeroporto del Tempelhof fu costruito nel 1923 e qui, nel 1926, fu fondata la compagnia aerea Lufthansa. L’aeroporto è stato in seguito ampliato dal regime nazista diventando un complesso monumentale. Era l’edificio più grande del mondo, fino alla costruzione del Pentagono. Gli spazi sono enormi e il soffitto di alcune stanze supera è alto decine di metri. L’intento del Fuhrer era di creare un edificio che mettesse soggezione le persone e glorificasse al tempo stesso la magnificenza del regime. Il Tempelhof gestiva i voli interni della Germania e quelli verso altre destinazioni europee. Durante la guerra fredda e la chiusura della città, il Tempelhof era per gli americani l’unico punto di accesso a Berlino e continuarono a gestire l’aeroporto fino al 1994. A causa della costruzione dell’aeroporto Schönefeld, il Tempelhof perse rapidamente importanza e fu definitivamente chiuso nel 2008. La zona della pista è stata convertita in parco pubblico (Tempelhofer Park) nel 2010. Gli imponenti edifici sono accessibili sono con visita guidata.
Il museo di Anna Frank
Il museo di Anna Frank si trova nel pittoresco complesso di cortili Hackesche Höfen, nel quartiere Berlino Mitte, dove i muri sono completamente tappezzati di murales, stencil e adesivi. Nei cortili ci sono alcuni locali, dove d’estate si può bere una birra nei tavolini esterni, e un negozio ricavato in un centro sociale. Il museo è molto piccolo e l’esposizione è divisa in due parti. La prima ripercorre la vita di Anna Frank, una ragazza ebrea trasformata nel simbolo della Shoah (l’olocausto) per il diario che ha scritto durante il periodo nazista e la sua morte nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. La seconda parte tratta della storia di Berlino e parte dalla presa di potere di Hitler per arrivare alla fine della seconda guerra mondiale. Questa piccola corte interna è molto vivace e merita una veloce visita. Peccato che il grande murale della scimmia che tiene una macchina fotografica vicino a quello di Anna Frank sia stato cancellato.
I futuristici palazzi di Berlino
Dopo la riunificazione di Berlino, si presentò la possibilità di riqualificare la città con la costruzione di nuovi palazzi con un’estetica fredda e futuristica, alle volte molto minimali, in netto contrasto i fasti degli antichi palazzi in stile barocco. Gli architetti hanno affrontato i nuovi progetti di architettura contemporanea facendo largo uso di metallo e vetro, realizzando opere molto ardite, che trasformano Berlino in una città moderna e d’avanguardia. Le architetture vanno viste dal vivo per essere comprese e certamente quelle della capitale tedesca vi lasceranno a bocca aperta!