La Costiera Amalfitana è senza dubbio uno dei luoghi più affascinanti in cui sia mai stato in Italia. Ha superato tutte le mie attese, riuscendo perfino a sorprendermi grazie alla gentilezza e l’autenticità dei suoi abitanti.
Percorro la strada a strapiombo sul mare turchese della Costiera Amalfitana a bordo della 500 Abarth. La piccola sportiva della casa italiana sembra fatta su misura per correre lungo le strette stradine e le infinite curve con la capote abbassata, mentre l’aria del mare mi riempie i polmoni. Definire la Costiera Amalfitana “un bel luogo per fare una vacanza” è molto riduttivo. E’ piuttosto uno di quei posti di cui t’innamori a prima vista. Non solo per la bellezza del paesaggio o per i caratteristici borghi, ma anche per la gentilezza e la cordialità delle persone che ci abitano. Sono persone vere, spontanee. C’è così tanto da vedere lungo la Costiera Amalfitana e, avendo pochi giorni a disposizione, devo dare la priorità ai paesi da visitare. Questo splendido angolo d’Italia si affaccia sulla costa del Mar Tirreno, a sud del Golfo di Napoli. Visitando questa incantevole penisola non ho solamente scoperto dei bei posti, ma sono stato travolto dagli aromi e dai sapori di un’ottima cucina mediterranea e dalla calorosa accoglienza dei suoi abitanti.
COSTIERA AMALFITANA – PRIMO GIORNO – RAITO, ALBORI E VIETRI SUL MARE
La Costiera Amalfitana è stata dichiarata patrimonio mondiale dall’UNESCO ed è una delle attrazioni turistiche più visitate d’Italia che conta milioni di visitatori ogni anno. È una raccolta di dodici borghi diversi, ognuno dei quali ha il suo carattere e fascino unici. Per raggiungere la Costiera Amalfitana percorro la famosa E45, la strada europea che congiunge Capo Nord con Gela in Sicilia, tagliando a metà l’Europa. Il fido Google Maps è sempre acceso e mi guida come sempre senza incertezze verso la destinazione finale, Albori. La sua continua linea blu mi rassicura sul fatto che non ci sia traffico. Ho deciso di partire di domenica, rivelandosi una scelta giusta. Infatti, mentre sono fermo all’area di servizio per fare il pieno nei dintorni di Roma, il benzinaio mi dice che il giorno prima era un vero e proprio inferno: autostrada bloccata, tre incidenti a distanza di pochi chilometri, gente nervosa. Dopo aver passato Roma, la segnaletica stradale mi ricorda incessantemente ogni dieci chilometri che mi sto avvicinando a Napoli. Subito dopo il Vesuvio fa bella mostra di se spezzando la monotonia del paesaggio.
Finalmente arrivo a Nocera Inferiore, la mia porta d’ingresso sulla Costiera Amalfitana. Non avendo mai visitato questo famoso angolo d’Italia, immaginavo un’atmosfera e un paesaggio in stile Cinque Terre, ma il primo impatto non è stato dei migliori. Anche se solo di passaggio, Nocera Inferiore non mi ha fatto una bella impressione. Mentre attraverso la città, noto cumuli d’immondizia e palazzi incompiuti che assomigliano a scheletri vuoti. Con la coda dell’occhio noto che molte attività hanno ormai chiuso i battenti da chissà quanto tempo. Una persona che conosco è letteralmente fuggita da questo paese. Mi ha raccontato che non si trova lavoro e una delle poche possibilità è quella finire in qualche brutto giro. E’ presto per dare un giudizio, mancano ancora diversi chilometri prima di raggiungere la costa.
Dopo circa sei ore di macchina partendo da Forlì, raggiungo Vietri sul Mare e l’asticella del mio morale inizia notevolmente a salire. Il paesaggio si avvicina a quello che mi ero immaginato. Dei cartelli stradali avvisano che la strada della Costiera Amalfitana è interrotta per una frana a seguito di un incendio. Questo inconveniente cambierà i piani dei primi due giorni. Proseguo per Raito e arrivo ad Albori, dove mi attende l’appartamento che ho prenotato per sei notti. All’inizio del paese mi accolgono Amalia e suo marito Umberto, i proprietari che affittano l’appartamento durante i tre mesi estivi. In sella al loro scooter mi guidano lungo la stretta strada principale di Albori fino al loro garage, dove parcheggio la macchina. La coppia è molto cordiale, lei una maestra e lui un finanziere. Dopo avermi mostrato lo spazioso bilocale, mi dispensano consigli a profusione su orari di autobus e traghetti, ristoranti e luoghi da visitare. Si raccomandano di chiamarli per qualsiasi necessità e, dopo aver fatto quattro chiacchiere, ci salutiamo. Il caldo insopportabile della bolla africana inizia a farsi sentire così decido di uscire verso tardo pomeriggio.
Raito e Albori sono due caratteristici borghi con le case bianche o color pastello, con la vernice leggermente scrostata che gli dona quel senso di autenticità. I terrazzi sono pieni di buganvillee in fiore e fichi d’India, mentre la parte alta del monte è colorata di giallo grazie alle lunghe limonaie cariche di frutti. Gli abitanti dei borghi si raggruppano in piccoli capannelli all’ombra dei palazzi: c’è chi parla sottovoce facendo chissà quale confidenza e chi ride sguaiatamente alle battute del suo compare, in un dialetto così stretto che stento a comprendere le parole.
Verso sera scelgo di prendere la macchina e raggiungere Vietri sul Mare. Il centro è coloratissimo grazie ai numerosi negozi di maioliche. Mi fermo incantato a guardare dei bellissimi tavoli da esterno col basamento in ferro battuto. Non oso immaginare il prezzo di queste meraviglie. Dopo aver fatto un rapido giro nel centro storico, per combattere il caldo decido di prendere una granita in un carretto nei pressi del museo delle maioliche. Il simpatico venditore riconosce subito l’accento romagnolo e iniziamo a fare due chiacchiere. Come se nulla fosse inizia a raccontarmi che per accontentare una turista tedesca, sono andati insieme a Portofino per la prima volta e poi l’ha anche accompagnata in cima al campanile di Pompei città, nonostante la paura per le vertigini. Cosa non si fa per amore!
E’ tempo di visitare Marina di Vietri e la sua spiaggia anche se ormai il sole sta tramontando dietro le montagne. Nonostante l’ora tarda c’è ancora tanta gente. La spiaggia è fra il porto e un canale quindi l’acqua non è proprio pulitissima, ma il primo bagno veloce nella Costiera Amalfitana lo voglio comunque fare. Risalgo sulla spiaggia sassosa e l’inconfondibile parlata romagnola colpisce una signora di origine toscane ma che si è trasferita a Vietri ormai da parecchi anni. E’ contenta della nuova vita ma mi confessa sottovoce che qui le persone sono di mentalità un po’ troppo chiusa. Un giovane sdraiato nelle vicinanze la sente e subito s’infervora sostenendo il contrario. Li lascio volentieri ai loro battibecchi, è ora di rientrare in appartamento per un buon piatto di pasta al pomodoro.
COSTIERA AMALFITANA – SECONDO GIORNO – POSITANO, FURORE E UN RIENTRO COMPLICATO
Positano è una delle città più incantevoli della Costiera Amalfitana e si sviluppa verticalmente sulle scogliere. La mattina mi sveglio presto per prendere uno dei primi traghetti. Tiro fuori la 500 Abarth dal garage e in circa venti minuti sono nel parcheggio comunale in Piazza della Concordia davanti al porto di Salerno. La compagnia che effettua le tratte lungo la costa, collegando le diverse località, è la Travelmar. La biglietteria e l’imbarco sono alla fine della banchina del porto turistico. Il traghetto diretto per Positano costa dodici euro e impiega settanta minuti mentre quello per Amalfi otto euro per trentacinque minuti. Dai finestrini rimango ammaliato dalla spettacolare costa e dai borghi aggrappati alla roccia, osservandoli da una posizione privilegiata.
La città è piena di turisti che passeggiano fra i vicoli, curiosando fra i numerosi negozi di maioliche, boutique piene di vestiti in lino bianco e botteghe con gli squisiti prodotti alimentari locali. C’è un lungo vicolo interamente ricoperto con un pergolato di buganvillee in fiore. E’ una gioia per gli occhi esplorare le strade di Positano, passeggiando in tutta tranquillità con la macchina fotografica in mano. E’ uno dei borghi più belli della Costiera, un posto da sogno. Nessuna foto per quanto ben fatta può rendergli giustizia.
Per pranzo ho prenotato un tavolo al ristorante “Adamo ed Eva” nell’albergo “Eden Roc” che promette una bella vista sulla città. Arrivato al quinto piano mi si presenta una scena mozzafiato. Esco dall’ascensore su una terrazza panoramica dotata di bar e piscina. I pochi tavoli del ristorante sono in un piccolo terrazzo coperto con una spettacolare vista su Positano e il suo incantevole golfo. Ho giusto il tempo di sedermi e rilassarmi in quest’atmosfera tranquilla e ovattata che arriva Salvatore, il simpaticissimo cameriere. Mentre leggo il menù, una leggera brezza proveniente dal mare mi rinfresca in questa calda giornata, avvolgendomi con i tipici odori salmastri e il lontano brusio dei turisti che affollano il centro storico. Il cibo è molto buono, l’odore della mozzarella fresca e dei pomodori della caprese stimola l’appetito mentre un fresco vino rosato mi accarezza il palato con le sue delicate note fruttate. Fra una portata e l’altra, Salvatore, mi racconta un po’ di aneddoti sulla sua vita e sulla fidanzata russa che, quando può, va a trovare a San Pietroburgo. Ha iniziato a lavorare molto presto. Partito da ragazzo verso Miami, dove si è fatto le ossa prima come lavapiatti poi come cameriere, si è trasferito alle Seychelles per proseguire il suo percorso lavorativo. L’amore per l’Italia e per il suo paese l’hanno sempre riportato a casa.
Terminato l’ottimo pranzo, decido di visitare il famoso fiordo di Furore. In realtà non è un vero e proprio fiordo ma un’insenatura da cartolina situata fra Praiano e Amalfi. Un tabaccaio mi dà indicazioni sbagliate e con l’autobus arrivo solo fino a Praiano. Mentre percorro a piedi diversi chilometri sotto il sole lungo la strada costiera, fantastico su un bel bagno rinfrescante nel tanto agognato fiordo. Finalmente lo raggiungo e guardo l’insenatura dall’alto, è una meraviglia! Prima d’imboccare l’entrata per scendere al fiordo trovo subito una brutta sorpresa: uno dei due sentieri è murato. Prendo l’altro visto che è aperto e non ci sono cartelli. Arrivo in fondo al sentiero dove mi attende la seconda brutta sorpresa: è murato anche questo. Nessun cartello ne indica la chiusura e in preda all’arrabbiatura penso subito di aggirare il muro, salendo in bilico sul cornicione. Ragionandoci sopra decido che il rischio di una caduta nel vuoto non vale un bagno, seppure in un posto paradisiaco come questo.
Sconsolato, m’incammino a piedi lungo la strada cercando una fermata dell’autobus che mi porti a Salerno, dove ho lasciato la macchina. Ne trovo una davanti a un distributore che mi regala un po’ d’ombra. Gli autobus passano di continuo lungo la strada costiera, “non dovrò aspettare molto” mi dico. Passano i minuti e diversi autobus, ma non quello per Salerno. “Sarà appena passato, fra un po’ ne arriverà un altro“, penso tra me e me cercando di rincuorarmi. Dopo un’ora di attesa arriva la terza brutta sorpresa: non hanno ancora riaperto la strada costiera quindi l’autobus per Salerno non passerà mai! Ne prendo al volo uno per Amalfi, talmente pieno che fatico a salire. Arrivo finalmente ad Amalfi e m’imbarco sul traghetto in direzione Salerno. Sono arrabbiato e deluso per come l’amministrazione ha gestito la chiusura della strada costiera e quella del Fiordo di Furore in un mese critico come agosto, facendomi perdere inutilmente un sacco tempo. Informando su internet vengo poi a sapere che il Fiordo di Furore è chiuso addirittura da due anni e ancora non si sa quando sarà riaperto il sentiero. Gli unici modi per visitarlo sono o scavalcare i muri o utilizzare una barca. Arrivato in appartamento, la stanchezza prende il sopravvento e decido di stendermi sul letto. Non ricordo nemmeno di essermi addormentato, ma mi sono svegliato la mattina dopo per la colazione!
COSTIERA AMALFITANA – TERZO GIORNO – RAITO, ALBORI E UN OTTIMO PRANZO A MARINA DI PRAIA
La terza mattina mi sveglia di buon ora un gran vociare. La finestra della camera da letto è proprio sulla strada. Solitamente la mattina presto Raito e Albori sono tranquille e silenziose. C’è un piccolo bus parcheggiato col conducente dall’aria visibilmente scocciata. In strada un vigile urbano impreca perché un turista ha parcheggiato la sua macchina a noleggio a ridosso di una curva e il bus che fa la spola fra Albori e Raito non riesce a passare. Le strade sono talmente strette che il grosso problema di Albori è trovare un parcheggio. Per fortuna l’appartamento che ho affittato è dotato di garage. La situazione si scalda e il vigile inizia a multare parecchie auto. Il carro attrezzi e lo sprovveduto turista arrivano nello stesso momento e dopo più di un’ora la situazione si risolve in una multa salata. Per un piccolo borgo come Albori, questa disavventura sarà l’argomento principale su cui discuteranno i suoi abitanti nei prossimi giorni. Nonostante l’agitazione, il vigile si dimostra veramente cortese e disponibile quando gli chiedo informazioni sulla riapertura della strada costiera. Chiama direttamente l’ANAS sbandierando a gran voce i suoi gradi. Dopo una breve telefonata si scusa costernato, ma sembra che nessuno sappia nulla al riguardo.
Dato che è ancora presto, dopo un bel caffè, faccio un giro a piedi per Raito e Albori, fra gli stretti vicoli con i balconi pieni di piante in fiore e panni stesi. Arrivo nella parte alta di Albori dove ammiro le lunghe limonaie cariche di frutti maturi. Prenoto il pranzo presso il ristorante “Donna Celia” in una splendida caletta a Marina di Praia, la parte bassa di Praiano. Arrivo con un paio d’ore di ritardo a causa del traffico ma il proprietario ha tenuto il tavolo riservato come promesso. Mi presento stringendo la mano a Salvatore, un nome molto diffuso da queste parti, mentre lui ricambia con una pacca sulla spalla e un abbraccio. E’ un uomo alto, con i capelli scompigliati e lo sguardo sornione dietro gli occhiali da vista. Si siede nei tavoli e intrattiene gli ospiti, ha l’aria di uno che la sa lunga. Anche la ragazza che ci serve, Fabiola, è molto simpatica e alla mano. Ordino un prosciutto e melone come antipasto e degli gnocchetti alla sorrentino a seguire. Durante il pranzo mi ritrovo a parlare con il proprietario che sembra conoscermi da una vita. Mi porta una bottiglia d’olio sussurrandomi in un orecchio che è quello speciale prodotto dal padre, come se mi avesse appena svelato il settimo segreto di Fatima.
Il pranzo scorre piacevole conversando con la cameriera tra un bicchiere di fresco rosato e l’altro, mentre Salvatore irrompe promettendo di mostrarmi le foto d’epoca della caletta e di raccontarmi la storia dei suoi genitori. Proprio quando penso che ormai si sia dimenticato, si presenta al tavolo con una decina di foto in bianco e nero ormai sbiadite e, sedendosi, mi offre un delizioso liquore al melone. Mi racconta la storia della sua famiglia, con la nonna dalla personalità molto forte che aggiustava le reti dei pescatori. La famiglia voleva un maschio ma sono nate tutte femmine. Non contenti ci hanno riprovato e sono nati tre maschi di fila!
Salvatore mi fa vedere sul suo telefono il video dell’alluvione che li ha duramente colpiti lo scorso anno, con le onde che arrivavano al primo piano dell’edificio. Fabiola lo racconta ancora con la voce tremante. Si è barricata dentro il ristorante assieme agli altri dipendenti, con i vetri che andavano in frantumi sotto la furia delle onde. Salvatore inizia a mostrare fiero le fotografie d’epoca sbandierandole in tutti i tavoli. Il ristorante è intitolato alla memoria di sua nonna Celia ed è aperto dalle sette della mattina fino a sera con cucina non stop. Guardo il mare con la sua invitante acqua trasparente. Prima di riprendere la macchina trovo un angolo di spiaggia libera e faccio un bel bagno rinfrescante. Proseguendo alla destra del ristorante, il sentiero svolta dietro la piccola Torre a Mare e conduce a delle incantevoli calette dove poter fare il bagno. Più avanti c’è anche il famoso locale “Africana” che offre musica dal vivo. La spiaggia di Marina di Praia è ricca di stabilimenti balneari, locali notturni, e ristoranti.
COSTIERA AMALFITANA – QUARTO GIORNO – UN BEL BAGNO A MARINA DI CETARA, VIETRI SUL MARE E UNA STRANA BRUSCHETTA
Cetara è un incantevole borgo che si affaccia sulla costiera con tre piccole spiagge attrezzate. La più affascinante è la Spiaggia del Lannio. L’elaborata Torre di Cetara, concepita alla fine del 1200 come parte di un sistema di difesa costiero, nasconde la piccola insenatura. I lavori di restauro e consolidamento della torre, iniziati nel 2002, sono durati nove anni. Questa spiaggia è raggiungibile esclusivamente a piedi o dal mare. Il nome “Lannio” sembra derivare da una leggenda la quale narra che, durante un’invasione saracena, i monaci in preghiera nella piccola cappella dell’Annunziata furono barbaramente trucidati. Gli abitanti, scossi dall’accaduto e suggestionati dalla leggenda, credono ancora di sentire il lamento dei monaci uccisi recandosi in questa piccola baia.
E’ una spiaggia sabbiosa lunga circa cento metri è, con l’acqua limpida color smeraldo. Appena sceso dalla scalinata che porta allo stabilimento balneare “Bar ristorante La Torretta“, nota sulla sinistra la grotta che nasconde al suo interno la piccola cappella dell’Annunziata. E’ proprio in quella grotta che Gaetano, uno dei sei fratelli che gestisce lo stabilimento, ha iniziato a lavorare all’età di otto anni vendendo bibite ghiacciate. Basta poco e come tutti gli abitanti della Costiera Amalfitana, Gaetano si dimostra un cordiale chiacchierone. E’ piuttosto malconcio perché un paio di settimane prima è stato investito da uno scooter, riportando ferite gravi. Nonostante l’incidente lui è già a sedere davanti al bar a lavorare, con aria fiera e la parlata strettamente dialettale. E’ un uomo d’altri tempi, come quelli conosciuti finora, fiero delle sue origini e legato indissolubilmente al mare.
Per venticinque euro si noleggiano due lettini con ombrellone per tutta la giornata. Mi stendo e mi rilasso alla vista del mare, in prima fila nella piccola baia, con le onde che lambiscono il lettino. Arriva l’ora di pranzo e decido di provare il ristorante, attirato dai profumi che arrivano dalla cucina. Sotto il grande pergolato soffia una gradevole brezza marina che mi rinfresca. Non sono un grande amante del pesce, ma ho voglia di assaggiare il pescato fresco di giornata. Così mi ritrovo davanti a un antipasto misto di mare e dei fusilli al pesce spada. Il tutto è accompagnato da uno dei miei vini preferiti, un rosato prodotto con le uve provenienti dalle pendici del Vesuvio. Un pranzo per due a base di pesce comprensivo di bevande e caffè viene a costare settantasei euro, un prezzo più che onesto.
Faccio l’ultimo bagno della giornata prima di tornare verso Vietri sul Mare per la passeggiata serale. Dopo una bella doccia rinfrescante, decido di provare la bruschetteria di Albori raccomandata da Amelia e Umberto. E’ sempre piena e durante la sera c’è un continuo via vai di macchine e motori. Nei tavolini esterni del locale “Albori Pub Bruschetteria” si trova facilmente posto se si va a mangiare verso le otto di sera. Verso le nove si forma una fila incredibile. Sembra che tutti i turisti della zona si riuniscano qui per mangiare. Il locale è spartano ma accogliente, il personale è troppo indaffarato perché riesca a scambiare qualche parola. Arriva la bruschetta e con sorpresa scopro che non la fanno come in Romagna. Sono due fette di pane tagliate a metà e servite come un sandwich, molto gustose e con ingredienti freschi.
COSTIERA AMALFITANA – QUINTO GIORNO – FERRAGOSTO A POMPEI E UNA BUONA PIZZA A SALERNO
Questa mattina lascio la Costiera Amalfitana per visitare Pompei. Il sito dista solo cinquanta minuti di macchina da Albori. Confesso di non essere un grande appassionato di siti archeologici ma quando mi capita di visitarne uno, la curiosità prende il sopravvento e cerco sempre di scoprire quanto più possibile sulla sua storia. Pompei è un sito archeologico molto famoso, invidiatoci da tutto il mondo con milioni di turisti che si riversano per le sue antiche strade. Non potevo certo perdere l’opportunità di visitare questa meraviglia. Se vuoi vedere altre immagini di questo straordinario sito leggi l’articolo completo su Pompei.
Pompei città ha molti parcheggi per macchine e autobus. Ho scelto quello proprio davanti all’entrata del sito, il Camping Pompei in via Plinio, che per dieci euro custodisce la macchina tutto il giorno. Ho preferito prenotare il biglietto su internet al costo di diciannove euro perché consente di saltare la fila alla biglietteria. Il biglietto normale costa quindici euro. Come orario d’entrata scelgo il primo disponibile, quello delle nove, per sfruttare quel poco di fresco mattutino e arrivare prima della grande ressa. Pompei è un grande labirinto di strade principali che incrociano angusti viottoli. Si snodano fra le rovine di quelle che una volta erano case, osterie, attività commerciali e palestre, tutte costruite a ridosso l’una dell’altra.
Inizio a curiosare fra i vicoli di Pompei, in un’atmosfera vagamente surreale che mi fa sentire un po’ archeologo. Eccitato dalla novità mi fermo per osservare ogni singola rovina, intrufolandomi con la testa dove posso, alzandomi su gradini di fortuna e sporgendo la macchina fotografica fra le sbarre e oltre i muri. Tutto per cercare di scoprire quali meraviglie si nascondono dentro le aree inaccessibili.
Mentre passeggio per le strade cariche si storia, cerco d’immaginare una giornata della vita quotidiana dei pompeiani, improvvisamente spezzata dalla catastrofica eruzione del Vesuvio. Chissà a cosa devono aver pensato in quel momento gli ignari abitanti di Pompei. Sicuramente qualcuno avrà immaginato la finendo del mondo. Tutto è rimasto fermo a quel fatidico 24 ottobre del 79 dopo Cristo quando il vulcano eruttò, ricoprendo Pompei e i suoi ventimila abitanti con una nube infernale.
L’entusiasmo dura fino a mezzogiorno. La temperatura sale e inizio a sentire un po’ di stanchezza. Senza neanche accorgermene, mi ritrovo a rasentare i muri per raccogliere quel poco di ombra che offrono. Il sito è tutto esposto al sole e visitarlo durante le ore centrali di una calda giornata estiva è molto impegnativo. La polvere di secoli di storia mi secca la gola e letteralmente mi ricopre. Complice il caldo insopportabile bevo molto e presto finisco l’acqua. Decido quindi per una sosta nell’unico punto di ristoro all’interno del sito, un self service della catena Autogrill. Dopo un breve riposo seduto al fresco nel self service dove ho pranzato per ricaricare le batterie, proseguo la visita sotto il sole battente.
Il caldo e la confusione diventano insopportabili e alle tre e mezzo del pomeriggio esco dal sito. Ho impiegato in tutto sei ore e mezzo per visitare Pompei, andando con tranquillità e prendendomi tutto il tempo per fotografare. Gran parte del sito è ancora inaccessibile per i continui lavori di restauro. Gli edifici sono visitabili a rotazione e solo in determinati orari. Girando il sito un po’ alla cieca si rischia di perdere l’entrata di qualche domus. Il mio consiglio è di visitare Pompei con una guida per evitare di girare a vuoto e assicurarsi di vedere i luoghi più importanti. Finita la visita guidata, c’è tutto il tempo per girare da soli a scattare fotografie alla città.
La sera cena a Salerno per gustare un’ottima pizza nel ristorante Pignalosa Pizzeria in via Roma 238. Il nuovo lungomare Trieste è carino e vivacemente animato. E’ lungo circa un chilometro e mezzo e, costeggiando il Tirreno, parte dal centro storico per arrivare al porto turistico. E’ interamente alberato e pedonale. C’è chi passeggia e chi sta semplicemente a sedere per godersi il fresco della sera davanti al Golfo di Salerno. Non mi resta altro da fare che adeguarmi a questo ritmo rilassante per un’oretta, prima di tornare in appartamento.
COSTIERA AMALFITANA – SESTO GIORNO – LE CARTIERE DI AMALFI, TRAMONTO A RAVELLO E LA SAGRA DELLE PALLE DEL CIUCCIO
Amalfi è un’altra piccola perla della Costiera Amalfitana. Purtroppo nel mese di agosto è letteralmente invasa dai turisti. La situazione a Positano e Amalfi diventa critica quando dai traghetti o dalle piccole navi da crociera sbarcano ondate di turisti capitanate dalle guide che tengono saldamente in vista le loro palette colorate. Sembrano condottieri che brandiscono lo scettro del potere, richiamando i devoti sudditi armati di macchina fotografica e smartphone, sempre pronti a immortalare tutto ciò che gli passa davanti o aggiudicarsi l’ambito selfie con l’inquadratura migliore.
Amalfi è una perfetta amalgama di maioliche, limonaie e stretti vicoli in cui addentrarsi. Salendo la strada principale, via Pietro Capuano, mi fermo nella Pasticceria Caffetteria Leone gestita da madre e figlia. Dopo aver appoggiato lo zaino sulla sedia e la macchina fotografica sul tavolino, ho fatto due chiacchiere con la simpatica signora mentre dava una pulita ai tavolini. Mi dice che posso andare tranquillamente dentro per ordinare e che avrebbe guardato lei la mia attrezzatura. Con un sorriso smagliante mi congeda poi con una freddura: “Puoi anche lasciare tutto sul tavolo che qui nessuno ti porta via niente, non siamo mica a Napoli“! Prendo un caffè macchiato e una sfogliatella amalfitana. La sfogliatella napoletana è un dolce croccante fuori e morbido dentro, ripieno di ricotta. Quella amalfitana si differenzia da quella classica per il ripieno di marmellata.
Proseguendo per la strada che diventa Via delle Cartiere, chiamata così per le sedici cartiere che una volta erano presenti ad Amalfi. L’obiettivo è visitare il caratteristico museo della carta che organizza visite guidate nei sotterranei dell’edificio per illustrare ai visitatori la storia della cartiera dal 1200 a oggi. La visita dura circa mezz’ora e costa quattro euro e mezzo. Il biglietto si acquista all’interno del grande negozio, dove è possibile procurarsi qualche bel souvenir. Ho preso uno splendido taccuino rilegato artigianalmente e con la copertina di pelle battuta a mano. Volendo può anche essere punzonato con una lettera a proprio piacimento. Il direttore e la ragazza che gestiscono il museo della carta sono molto cordiali e disponibili. Prima di riprendere la macchina mi fermo in un bar per un aperitivo. Finalmente ho modo di assaggiare il famoso Limoncello Spritz. E’ un cocktail fresco e dissetante a base di limoncello, prosecco e soda, impreziosito da qualche foglia di basilico o timo.
Prima di lasciare Amalfi salgo sulla parte alta della città grazie all’ascensore che porta al cimitero monumentale. La vista dalla terrazza panoramica lascia senza fiato e da questo punto si può scattare un’incredibile foto che abbraccia tutto il borgo.
ASCENSORE PER IL CIMITERO MONUMENTALE
Per prendere l’ascensore che porta al cimitero monumentale bisogna recarsi in Piazza Municipio, all’ingresso del tunnel che porta al parcheggio Luna Rossa. Sale per 80 metri in un minuto. L’ascensore è gratuito. L’orario d’apertura è dalle ore 8:00 fino alle 20.00.
Rientro in appartamento per pranzare velocemente con un piatto di pasta. Esco dalla porta per finire la birra e trovo un signore che ozia seduto sulla panchina davanti all’appartamento. M’invita subito a sedermi all’ombra vicino a lui. Rotto il ghiaccio con le solite frasi di rito, Gaetano inizia subito a raccontarmi la storia della sua vita. Ha iniziato anche lui a lavorare presto e ha fatto per venticinque anni il pendolare. Ci tiene molto alle sue origini ed è un fiero abitante di Albori che per lui è il posto più bello del mondo. Mi racconta che lungo la Costiera Amalfitana ci sono dei luoghi stupendi ma alla fine preferisce sempre venire a fare il bagno a Vietri sul Mare, definendosi con orgoglio “un pesce d’acqua”.
Nel tardo pomeriggio visito Ravello che è senza dubbio uno dei borghi più affascinanti della costa. E’ arroccato in cima alle colline e regala incredibili panorami. Ravello era una città molto importante. I suoi magnifici giardini e i bellissimi palazzi hanno attratto un gran numero di artisti e musicisti. Durante l’estate si tiene l’annuale Ravello Music Festival a Villa Rufolo, considerata patrimonio mondiale dall’UNESCO. Oggi Ravello è perfetta per allontanarsi dalla folla e sperimentare un po’ di pace e tranquillità, magari gustando la fantastica atmosfera della Piazza del Vescovado. Il borgo è ricco di negozi dove poter acquistare i prodotti locali. Mi sono lasciato ingolosire dal gusto particolare dell’olio d’oliva aromatizzato con i limoni di Amalfi. L’unica nota negativa di Ravello è che, sorgendo in cima a una collina, non ha nessun accesso alla spiaggia.
La sera assisto alla sagra delle palle del ciuccio. E’ una tradizione centenaria che gli abitanti di Albori cercano di mantenere in vita e, anno dopo anno, è arrivata alla sua 48esima edizione. La festa inizia dal sagrato della chiesa con un asino, gentilmente preso in prestito dall’agriturismo del paese, che da Albori sfila per le strade fino a Rito e ritorno. Molti residenti partecipano alla sagra: c’è chi vende i biglietti, chi cucina e chi serve. Amalia, la proprietaria dell’appartamento, è impegnata a servire il cibo ma trova ugualmente il tempo per dirmi che ogni anno c’è qualche turista sconvolto che chiede quanti poveri animali vengono macellati in onore di questa sagra. In realtà le palle di ciuccio non sono altro che delle frittelle dolci o salate di forma rotonda. Tutti mangiano e bevono in un’atmosfera festosa mentre nell’aria si diffonde la canzone ‘O Sarracino interpretata da un gruppo folk. Incontro Umberto che mi racconta che da quando ha memoria, le originali frittelle che gli preparava sua nonna erano quelle dolci. Questa piccola sagra dimostra l’attaccamento alle proprie origini di questa piccola comunità e fa capire quanto la gente del posto ne sia orgogliosa.
COSTIERA AMALFITANA – SETTIMO GIORNO – RIENTRO E CONSIDERAZIONI
E’ arrivata l’ora di rientrare a casa. Amalia e Umberto mi salutano con un gradito regalo: un paio di tazzine da caffè accompagnate da un vassoio, tutto in maiolica! E’ un sabato senza traffico e questo rende piacevole il ritorno a casa. Ovviamente non sono riuscito a vedere tutto quello che mi ero prefissato, ma i posti che ho visitato sono luoghi bellissimi e rilassanti, quelli che per un attimo ti fanno scordare i problemi della vita. Il paesaggio è meraviglioso e le fotografie non gli rendono giustizia. Uno dei problemi più grandi della Costiera Amalfitana è il traffico. Il modo più semplice per spostarsi è viaggiare in scooter. Bisogna però prestare molta attenzione ai centauri su due ruote. Nei giorni precedenti li ho visti guidare e fare sorpassi come se fossero impegnati in una sessione di prove libere al circuito del Nurburgring. Sinceramente sono rimasto stupito dal fatto di non aver visto neanche un incidente, dato il loro modo di guidare. Agosto è un mese assolutamente da evitare per visitare la costa sorrentina. I periodi migliori sono fine maggio/inizio giugno e fine settembre/inizio ottobre, mentre luglio e agosto possono rivelarsi troppo caldi e congestionati. L’esperienza più bella del viaggio è stata la cordialità e la simpatia delle persone che ho incontrato. All’inizio di questo viaggio ero un po’ preoccupato dal carattere spigoloso dei campani ma presto mi sono reso conto di essermi sbagliato in pieno. Le persone che ho incontrato e con cui ho avuto modo di parlare sono state di una gentilezza e cortesia squisite. Con alcune sembrava di essere vecchi amici che non si vedono da una vita. Sono persone fiere e soprattutto gli anziani hanno in comune il pregio di saper riconoscere ancora i valori della vita, avendo iniziato a lavorare sodo già da bambini. Viaggiare serve soprattutto a distendere la mente e allontanare i pregiudizi.
IL MODO MIGLIORE PER SPOSTARSI IN COSTIERA AMALFITANA
La Costiera Amalfitana è congestionata durante tutto il periodo estivo. Utilizzare sempre la macchina non è una buona idea a causa del traffico e degli ingorghi causati dagli autobus che rimangono bloccati nelle curve strette. Ecco delle valide alternative per spostarsi più velocemente:
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TRAGHETTO VELOCE
Prendere il traghetto partendo da Salerno è la soluzione più comoda e veloce per raggiungere le grandi città. Purtroppo non è possibile sbarcare nei borghi più piccoli come Praiano. Oltre ad essere economici, offrono una visuale privilegiata sulla Costiera Amalfitana.
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SERVIZIO TAXI ACQUEO
I taxi sono più costosi rispetto al traghetto veloce, ma con il servizio taxi sull’acqua si risparmia molto tempo e si può andare dove e quando si vuole.
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NOLEGGIARE UNA BARCA
Noleggiare una barca da guidare senza patente nautica permette di esplorare la Costiera Amalfitana in tutta libertà. E’ possibile noleggiarla per un’intera giornata andando alla ricerca delle calette più caratteristiche e delle spiagge meno affollate. Purtroppo è anche la scelta più costosa: per un giorno durante la settimana di Ferragosto si può arrivare a spendere anche duecento euro.
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AUTOBUS PUBBLICO
Nonostante la Costiera Amalfitana offra un buon servizio di autobus, durante l’alta stagione è una scelta che sconsiglio. Spesso gli autobus sono così pieni che per salire bisogna aspettare quello successivo e c’è sempre fila nelle fermate più importanti. Inoltre sono soggetti anche loro al traffico stradale. E’ comunque un modo molto economico per spostarsi. Solitamente il costo dei biglietti varia da due a tre euro a tratta.
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SCOOTER
Gli scooter sono ovunque. Saltano la fila delle macchine e in un attimo trovi da parcheggiare. Consiglio di noleggiare uno scooter per più giorni, è il mezzo ideale per affrontare l’affollata Costiera Amalfitana.